10 punti da tenere a mente in vista di Copenaghen

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Con tutti i contrastanti e mutevoli impegni nazionali sul tavolo per il COP15, l’accordo che si spera di trovare a Copenaghen, è molto facile per chi non segue con attenzione questo evento perdere di vista ciò che deve realmente accadere. Per chi fosse interessato, il WWF ha proposto una rapida panoramica di 10 punti che vale la pena prendere in considerazione:

1. Il quadro è giuridicamente vincolante. Ognuno deve accettare di essere legalmente vincolato ad un trattato globale sul clima con una modifica del protocollo di Kyoto ed un nuovo protocollo di Copenaghen, che “assicuri la sopravvivenza di Paesi, culture ed ecosistemi” e aiuti a preparare il terreno per una futura economia con basse emissioni di carbonio.

2. Il picco delle emissioni di carbonio deve arrivare prima del 2017. Se siamo in grado di fare questo abbiamo una migliore possibilità di mantenere l’aumento della temperatura globale sotto i 2 °C, e di avere il tempo per prendere provvedimenti. Più avanti arriverà il picco, minori saranno le possibilità di salvezza.

3. Riduzione delle emissioni del 40% rispetto al 1990 entro il 2020 per i Paesi più industrializzati. Anche se la stragrande maggioranza dei Paesi industrializzati non si impegnerà per raggiungere questo obiettivo, questo è quello che dicono gli scienziati del clima che bisogna fare per raggiungere il picco delle emissioni di carbonio entro il 2017.

4. Riduzione delle emissioni del 30% entro il 2020 per le nazioni in via di sviluppo. Considerando che rientrano in tale categoria alcune nazioni ad alta emissione, come la Cina (#1), Indonesia (#3), e l’India (#4), questa è una quota molto ragionevole.

5. Zero emissioni nette derivanti dalla deforestazione. Anche se una recente ricerca mostra che le emissioni da deforestazione sono leggermente inferiori a quello che avevamo pensato, sono ancora abbastanza significative (quasi quanto il trasporto). Dobbiamo fermare questo spreco non fermando il disboscamento, ma pareggiando il bilancio alberi tagliati-alberi piantati.

6. Azioni di adeguamento immediate. Niente più parole ma azioni da intraprendere subito. Il tempo delle promesse è finito.

7. 160 miliardi di dollari l’anno per i paesi in via di sviluppo per la mitigazione dei cambiamenti climatici. Le nazioni in via di sviluppo hanno poca o nessuna responsabilità storica per il cambiamento climatico e meritano di essere aiutati ad adeguarsi al cambiamento.

8. Rafforzare e facilitare il trasferimento tecnologico. Le tecnologie a basse emissioni di carbonio e per adattarci ai cambiamenti climatici devono essere diffuse in tutto il mondo il più rapidamente possibile. Mentre le preoccupazioni sui brevetti e simili non sono trascurabili, la diffusione della tecnologia nel modo più ampia possibile è fondamentale.

9. Trasparente supervisione di conformità e dei finanziamenti. Abbiamo bisogno di un ente delle Nazioni Unite per controllare e gestire tutto questo in modo trasparente e responsabile, per evitare che i fondi finiscano nelle tasche dei soliti corrotti e non nelle opere pubbliche.

10. Norme trasparenti e comparabili per i mercati del carbonio. C’è la necessità di sviluppare metodi comparabili di contabilizzazione delle foreste e delle emissioni per l’utilizzo del territorio, gli sforzi di mitigazione, i mercati del carbonio e tutte le altre componenti di adattamento.

Questi sono i 10 punti che i grandi della Terra che si riuniranno tra un mese a Copenaghen dovranno prendere in considerazione. Se dovesse saltare uno o più di questi punti, potrebbero essere guai.

Fonte: [Treehugger]

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