Agricoltori e industria forestale uniti per uno standard di gestione delle emissioni

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Un gruppo di imprese che si occupano di fornitura di legname e di carta, insieme ad alcune organizzazioni ambientaliste, hanno annunciato giovedì scorso un progetto pilota per consentire ai proprietari terrieri di registrare le proprie foreste per guadagnare crediti di carbonio da commerciare sul mercato aperto. Un tale sistema di scambio è una possibilità della legislazione allo studio del Congresso, che metterebbe un tetto al gas a effetto serra a livello nazionale negli Stati Uniti.

La coalizione mira a verificare come i proprietari terrieri nel Sud del Paese siano in grado di ricevere i benefici economici derivanti da negoziati sul carbonio nelle loro foreste. Il 90% delle foreste del Sud, che si collocano tra le più grandi per quanto riguarda l’industria della carta e del legno al mondo, è di proprietà privata. Alcuni agricoltori della regione hanno ancora intenzione di tagliare le foreste, o convertirle in piantagioni di pini che sono a rapida crescita, ma meno rispettosi dell’ambiente.

Il nuovo gruppo, che si fa chiamare Carbon Canopy, ha detto che incoraggerà questi agricoltori ad accedere in modo selettivo alle foreste in modo che possano soddisfare le norme ambientali del Forest Stewardship Council, un gruppo indipendente di certificazione, e quindi per avere la possibilità di vendere il carbonio immagazzinato nei loro alberi per compensare l’inquinamento dei gas serra emessi altrove.

Mai prima d’ora abbiamo visto questo tipo di collaborazione nel Sud tra l’industria forestale, le grandi aziende degli Stati Uniti, i proprietari terrieri e le associazioni ambientaliste per trovare soluzioni reali. Attraverso investimenti per la tutela, la conservazione e il restauro delle foreste, non solo possiamo ridurre le emissioni di carbonio, ma anche noi possiamo garantire un patrimonio forestale sano per le generazioni future, fornendo nel contempo una mano a milioni di famiglie e singoli individui che gestiscono le foresta negli Stati Uniti del Sud

ha detto Danna Smith, direttore esecutivo della Dogwood’s Alliance. Jim Sitts, manager dell’Appalachian Timber per la Columbia Forest Products, ha spiegato che il progetto

è un inizio per arrivare ad una conservazione delle risorse preziose della nostra nazione e ridurre le emissioni di carbonio.

Alcuni ambientalisti, però, chiedono se aveva un senso di promuovere un sistema in cui chi inquina possa compensare le proprie emissioni pagando la crescita di alberi lontani da dove l’inquinamento viene effettuato. La questione di certo non si chiude qui.

Fonte: [Washington Post]

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