Alghe per produrre biocarburante, i primi risultati dalla spedizione in Antartide

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Il ricercatore italiano Guido Bordignon ha annunciato i suoi primi risultati dopo la spedizione in Antardite per mettere a punto il suo progetto: produrre biocarburante dalle alghe. Come spiega lo studioso

Sono stato in Antartide dal 18 gennaio al 20 marzo, in una spedizione coordinata dallo Scripps Institute di San Diego e ho fatto una serie di campionamenti a caccia di nuove specie di fitoplancton da poter utilizzare per produrre biocarburanti.

Lo studioso dell’Università Cà Foscari di Venezia, è stato insignito dagli USA della Antartic Service Medal, un riconoscimento istituito nel 1960 come premio militare per chi si trova a sostare per un periodo di 15- 30 giorni nell’Antartide, a sud del 60° parallelo. La ricerca dell’italiano parte dal presupposto che le alghe, al primo anello della catena alimentare dell’ecosistema marino,

hanno una quantità di grasso duemila volte superiore a quello della colza, una pianta utilizzata normalmente per i biocarburanti. L’idea di questa ricerca è che le microalghe presenti in Antartide, che sono costrette a lavorare con molta meno luce, abbiano un metabolismo accelerato, e siano quindi più produttive.

Questo permetterebbe dunque di ottenere carburante da sostanze biologiche con le stesse proprietà del petrolio e dei suoi derivati. Un risultato interessante non solo per l’ambiente, ma anche per i costi del biocarburante perché, come spiega lo stesso Bordignon

E’ stato già dimostrato che le alghe come carburante sono competitive con il petrolio se questo ha un prezzo di 120 dollari al barile, per cercare di aumentarne il valore vorremmo utilizzarle come bioraffineria, ed estrarne dei prodotti chimici complessi come i flavonoidi.

I flavanoidi sono dei composti polifenolici, idrosolubili, presenti nelle piante e nelle alghe, appunto, come glicosidi, ossia come fonti di immagazzinamento degli zuccheri. L’uso di alghe per produrre biocarburanti, di terza generazione, potrebbe sostituire l’uso di piante destinate ad uso alimentare e vegetali, quali la colza e il mais. Per ora Bordolin è impegnato alla classificazione e all’analisi dei campioni di alghe raccolti in Antartide, ma è prevista la realizzazione del primo impianto ad alghe al mondo, a Venezia. Nella città veneta verranno coltivate le diatomee, delle alghe unicellulari e, assieme all’Università Cà Foscari di Venezia, nel prossimo autunno avranno inizio i test e i progetti pilota. La produzione di biocarburate dalle alghe non è nuova, perché già la popolazione indiana d’America Ute e la società Solix Biofuels, lo scorso anno hanno stipulato un interessante accordo.

[Fonte: Ansa]

[Foto: thelivingplanet]

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