Alimentazione biologica, l’Europa incentiva il consumo di vermi

di Redazione 2

Se uno dei problemi più pressanti dei prossimi anni per tutto il mondo riguarderà la carenza alimentare, l’Europa sembra volersi portare avanti con il lavoro nel tentativo di risolverla. Se il cibo che abbiano consumato fino ad oggi non basterà a sfamare una popolazione mondiale in costante crescita, bisogna trovarne di nuovo, e dunque ecco che viene esplorato il mondo dei vermi.

Dopotutto si tratta di carne e proteine, dunque se normalmente siamo abituati a mangiare bistecche e uova, perché non mangiare dei succosi e striscianti vermetti? A lanciare l’idea sono state le principali catene di fast food del mondo (McDonald’s, Burger King e Taco Bell) che stanno studiando il modo di realizzare una specie di “concentrato di insetto” per aumentare l’apporto proteinico dei loro hamburger.

Il consumo delle proteine provenienti dagli insetti come fonte di nutrimento per il futuro otterrà dei finanziamenti nel 2012 dall’Unione Europea. In particolare al momento l’UE ha già fornito un finanziamento di 3 milioni di euro per progetti di ricerca per “sfruttare le potenzialità degli insetti come fonti alternative di proteine”.

Sicuramente si tratta di sviluppo sostenibile visto che i vermi sono presenti ovunque ed allevarli non richiede molto spreco di risorse. L’idea principale è avviare delle campagne pubblicitarie per fare in modo che la gente non associ le proteine provenienti da questi insetti al vermiciattolo strisciante che normalmente ci fa rabbrividire, perché se questi animali non vengono consumati, probabilmente è solo una questione psicologica e culturale. Il rapporto tra consumo per la produzione e resa energetica è sicuramente molto migliore dell’allevare mucche, per questo nei prossimi anni è proprio qui che si andrà ad investire.

Ma all’UE sanno che l’accettazione di questa nuova “dieta” sarà complicata, e per questo, almeno in una prima fase, i vermi verranno utilizzati solo come additivi alimentari, ma prima che vengano messi in circolazione dovranno passare una serie di test per possibili allergie o malattie trasmissibili con le quali ancora non siamo venuti in contatto. Per questo si stima che ci vorrà qualche anno, forse anche un decennio, prima di poter consumare un bel piatto di vermi.

[Fonte e foto: Treehugger]

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