Altri danni dal recupero dell’Ici: l’Italia evade dal protocollo di Kyoto

di Redazione 1

Più passa il tempo e più il Governo italiano ci sorprende. Purtroppo in peggio. Dei disastri combinati per recuperare una tassa che era superfluo eliminare come l’Ici ne avevamo già parlato, ma stavolta sembra proprio che abbia superato sè stesso.

Nel DPEF (Documento di Programmazione Economica e Finanziaria) il Governo ha letteralmente eliminato i fondi destinati all’ambiente per rientrare nel protocollo di Kyoto, circa 700 milioni di euro, per recuperare i soldi persi nel taglio della tassa sulla casa.


Quindi non è servito a niente che allo scorso G8 si sia parlato di riscaldamento globale e si siano presi impegni, più o meno sensati, per ridurre le emissioni di CO2. Perchè infatti se si dicono tante belle parole, ma poi non vengono rispettati nemmeno gli impegni presi precedentemente con il resto del mondo, allora i sorrisini e i begli intenti rischiano di cadere nel vuoto. La denuncia arriva congiuntamente da Legambiente e WWF che mettono il Governo in allerta dal pericolo di una nuova sanzione da parte dell’Unione Europea che potrebbe costar cara, fino a 2,5 miliardi di euro pagabili a partire dal 2012. E come al solito chi ci va di mezzo sono sempre e solo i contribuenti.

Tra le denunce delle associazioni ambientaliste compare anche la mancanza da parte del Governo che si era posto come obiettivo quello di ridurre le emissioni di gas serra del 6,5% rispetto al 1990 entro il 2012. E invece, anzichè ridurli, questi livelli sono aumentati del 12%. Sarebbe andato bene anche un pareggio, a questo punto. E quindi al momento per evitare le sanzioni abbiamo solo 4 anni per ridurre del 18,5% le emissioni, una missione impossibile. E ai sostenitori del regime berlusconiano, che sostengono che nemmeno Prodi abbia fatto poi così tanto, facciamo notare che le uniche voci di stanziamenti presenti sul Documento sono quelle sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica, inserite proprio dal Governo precedente.

Repubblica, sul suo sito, elenca le voci tagliate: c’è da farsi venire i brividi:
77 milioni di euro per il potenziamento del trasporto via mare, 15 milioni per il trasporto ferroviario delle merci, 113 milioni per il trasporto pubblico locale, 30 milioni per l’ammodernamento della rete idrica nazionale, 162 milioni (in tre anni) per la ferrovia Roma – Pescara, 36 milioni per il trasporto urbano, 50 milioni per la diffusione della banda larga, 150 milioni per la riforestazione, 45 milioni per la demolizione degli ecomostri, 20 milioni (in tre anni) per le isole minori, 10 milioni per il recupero dei centri storici, 4 milioni per l’istituzione di aree marine protette, 12 milioni per il monitoraggio del rischio sismico, 3,5 milioni per interventi di difesa del suolo nei piccoli Comuni.
Una parte di queste le avevamo già indicate noi, ma le altre se le potevano benissimo risparmiare.

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