Amianto

di Redazione 3

Amianto

L’amianto o asbesto è un minerale che per anni è stato utilizzato nell’edilizia (mescolato al cemento per produrre l’Eternit e non solo) e nell’industria automobilistica per le sue proprietà eccellenti per il settore. Infatti è non infiammabile, è molto resistente sia alle alte temperature che all’aggressione chimica, elastico, termoisolante, compatto, facile da manovrare e poco costoso. Insomma, un materiale perfetto se non fosse che, solo dopo molti anni, si è scoperto essere cancerogeno.

La sua composizione è fibrosa, contenente silicato di magnesio, calcio e ferro, si trova in natura in cave e miniere, e proprio questa proprietà lo rende pericoloso per la salute. Le sue fibre infatti si librano nell’aria e diventano facilmente inalabili e ingeribili. Una volta entrate nel corpo umano, queste fibre possono causare diverse patologie come l’asbestosi (degenerazione polmonare), mesotelioma pleurico-peritoneale (cancro tra la pleura ed il peritoneo), cancro e placche polmonari ed altre neoplasie, comprese quelle del tratto gastro-intestinale e della laringe.

Per decenni, sin dagli anni ’50, è stato utilizzato in Italia fino a quando, negli anni ’80, non si è avuta la certezza della sua pericolosità. Per questo, dopo un travagliato lavoro parlamentare, dal ’92 è vietato estrarre, importare, produrre e lavorare l’amianto, mentre con enorme lentezza ancora non è stato ultimato il processo di smaltimento dell’amianto presente in tantissimi edifici.

Per tentare di arginare il problema, è stata costituita la Commissione Nazionale Amianto, insediata presso il Ministero della Salute, con il compito di rimuovere l’amianto ancora in circolazione e redigere documenti correlati all’attività di bonifica sul territorio nazionale. Inoltre presso l’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL) è stato redatto il Registro Nazionale dei casi accertati di asbestosi e di mesotelioma maligno, il quale serve a stimare l’incidenza di queste due malattie in Italia, raccogliere e valutare le informazioni, diffondere la conoscenza sull’amianto a livello nazionale, e promuovere la ricerca in quest’ambito.

Si calcola che in Italia avvengano circa mille decessi all’anno correlati all’amianto, con il picco in Piemonte e valori alti in Lombardia e nel Nord-Est, ma con casi non sottovalutabili al Centro ed in alcune Regioni del Sud. Essendo però il periodo di latenza dell’amianto stimato in 25 anni, gli esperti sostengono che il picco delle morti, il momento in cui si raggiungerà il più alto tasso di patologie legate al minerale, sarà tra il 2010 ed il 2015, con il numero di casi che da allora lentamente comincerà a decrescere. Nonostante le opere di bonifica, l’amianto può ancora essere scoperto in gran parte d’Italia. Per la maggior parte la presenza d’amianto è rintracciabile in:

  • Manufatti;
  • Pannelli per l’isolamento termico;
  • Materiale fonoassorbente;
  • Travi metalliche;
  • Soffitti;
  • Tubazioni;
  • Coperture di edifici, sia industriali che civili;
  • Pareti divisorie;
  • Canne fumarie;
  • Serbatoi;
  • Pavimenti  in linoleum;
  • Alcuni vecchi elettrodomestici, termosifoni e caldaie;
  • Adesivi e collanti;
  • Tessuti per l’imballaggio e per l’arredamento;
  • Carta e cartone;
  • Sabbia artificiale.

E’ sempre più raro invece trovare dell’amianto in materiali inerenti ai trasporti visto che, per la maggior parte, i veicoli così vecchi sono ormai finiti in discarica da tempo. In ogni caso l’amianto potrebbe ritrovarsi nei rivestimenti di freni e frizioni, nelle vernici e nelle guarnizioni.

Nel caso in cui notaste la presenza di amianto, Eternit o altri composti che riguardano l’amianto, dovete prima di tutto controllare lo stato della struttura, per notare la friabilità del materiale ed il rischio di rilascio delle fibre, e poi contattare il Comune indicando il posto preciso in cui si trova, tipologia e dimensioni del manufatto, eventuali altre informazioni che siete in grado di fornire e, se possibile, scattare anche qualche foto che può essere utile per il ritrovamento e la rimozione da parte degli addetti ai lavori.

Per approfondire:

[Fonti: Ministero della Salute; Amianto Mai Più; Arpat]

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