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L’ambiente marino del pianeta azzurro verte in una condizione di forte degrado. Inquinamento delle acque, pressione antropica sulle coste e sovrasfruttamento delle specie ittiche, sono solo alcuni dei problemi che stressano l’ecosistema marino causando gravi danni all’ambiente e a tutti gli esseri viventi, compreso l’uomo. Nel mondo, oltre la metà della popolazione vive lungo i circa 440.000 kilometri di coste, all’interno di una fascia profonda 200 km. Qui si concentrano grossi centri urbani, come Tokio, Mumbai e New York, complessi industriali e turistici, reti autostradali e aree dedicate all’agricoltura intensiva.

In Italia, in base ai dati ISTAT, oltre il 30% della popolazione (circa 18 milioni di abitanti) risiede lungo il litorale che per il 43% appare totalmente urbanizzato e per il 28% parzialmente urbanizzato. Molte zone costiere, inoltre, presentano un ampio flusso turistico. Questa pressione antropica sulle zone costiere, sia in Italia che nel resto del mondo, modifica profondamente gli equilibri naturali, provocando la scomparsa, ad esempio, di zone umide costiere come le lagune, e delle foreste di mangrovie, nelle zone tropicali, utili per la protezione delle coste.


Le attività umane causano un forte inquinamento delle acque a causa soprattutto degli scarichi terrestri. Si riversano cosi nelle acque grandi quantità di agenti inquinanti e sostanze dannose per la salute di ogni essere vivente. Una delle conseguenze dell’inquinamento marino è l’entrofizzazione ossia la proliferazione di alcune specie di alghe, provocata dall’accumulo di nutrienti come azoto e fosforo, che impedendo il passaggio del sole causa la scomparsa di specie vegetali ed ittiche. Un ulteriore pericolo per l’ecosistema marino, proviene dal sovrasfruttamento di diverse specie ittiche che sono ormai a rischio estinzione, senza contare lo sconvolgimento del loro habitat naturale.

Di fronte a questo degrado, a livello mondiale, dell’ambiente marino si rendono necessari alcuni provvedimenti come la riduzione delle cause dell’inquinamento, protezione degli habitat costieri e regolamentazione della pesca. Provvedimenti che ad oggi sono ostacolati da numerosi fattori, in primis quello economico.

Commenti (4)

  1. Oltre all’inquinamento delle acque, ci si mette l’abnorme intervento dell’industria ittiologica. Per chi non lo sapesse al di fuori delle acque sotocosta (6 miglia nautiche), si entra in acque internazionali. La flotta peschereccia che detiene il tristissimo primato di distruzione della fauna d’acqua è il Giappone (100.000.000 di tonnellate all’anno) solo per il loro mercato. La superficie del mercatino del pesce giapponese è pari a 11 campi di calcio e OGNI giorno transitano 25.000 tonnellate di pesce tutte vendute in giornata. Il nostro mediterraneo è quotidianamente pattugliato dalle loro flotte. e vi rimangono mesi e mesi, perchè ogni viaggio deve fruttare al massimo; ogni giorno il mare viene derubato di circa 2000 tonnellate di ogni ben di dio. Sapete quanto costa il tonno sul loro mercato? provate a dire una cifra…non ci riuscireste. arriva a 1000 euro al kilo passando di mano in mano per il loro sushi. Appena riesco a ritrovare il video del loro mercato (è sparito) ve lo posto immediatamente. Chi l’avesse visto è andato in onda su Ulisse poco tempo fa. Della tarmissione vista rimane solamente un servizio sui palombari, nemmeno sul palombo che è un pesce.

  2. Interessante osservazione.

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