Anidride carbonica in aumento, lo rivela Envisat

di Redazione 3

satellite ambientale Envisat

I dati raccolti dal satellite europeo Envisat dimostrano un costante aumento della quantità dei gas che provocano l’effetto serra sul nostro Pianeta. Il dato più allarmante riguarda la concentrazione di anidride carbonica, il cui incremento è salito di circa 2 parti per milione (ppm) dall’anno 2003 al 2009. Questo vuol dire che 1 milione di molecole d’aria contiene 386 molecole di CO2.

I valori, raccolti dal satellite, in particolare dal sensore Sciamacgy, sono stati presentati oggi al Convegno sull’Osservazione della Terra promosso dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) nella città di Bergen, in Norvegia.

Le osservazioni del satellite sono state elaborate da un complesso algoritmo ideato dall’Univeristà tedesca di Brema e rielaborato in forma grafica. I dati raccolti danno un’ottima visione d’insieme dello stato di salute in cui versa l’atmosfera terrestre, tuttavia per avere una previsione dell’andamento climatico futuro sarebbe necessario avere informazioni in dettaglio circa le fonti dei gas serra, in particolare di CO2. Proprio per questo motivo uno dei responsabili dello studio, Michael Buchwitz, ha ribadito come ci sia ancora molto lavoro da fare per interpretare i dati raccolti dal satellite europeo.

Envisat (Environmental Satellite) è stato lanciato nello spazio nel marzo 2002, è uno dei satelliti più vecchi che scrutano l’atmosfera terrestre, ed ha già giocato un ruolo decisivo nella raccolta dati e nella ricerca su numerosi fenomeni di grande rilevanza per il monitoraggio del nostro ambiente. I dati vengono raccolti dalla ricca strumentazione di bordo di Envisat che gli permette, fra le altre cose, di misurare la temperatura della superficie del mare; di determinare la distribuzione dei gas nell’atmosfera; e di monitorare la topografia degli oceani e dei ghiacci.

Attualmente il satellite ambientale Envisat in orbita attorno al nostro Pianeta sta monitorando anche la drammatica situazione del Golfo del Messico per monitorare il flusso della marea nera al largo della Louisiana.

[Fonte: Ansa]

[Foto: seos-project]

Commenti (3)

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