Arriva la Macchina Acchiappaonde, inventata da un italiano

di Redazione 3

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La nuova frontiera dell’energia pulita parla italiano. All’Università Normale di Pisa hanno inventato una macchina che cattura la forza dell’acqua di mare per produrne energia elettrica. Subito questo macchinario è stato battezzato simpaticamente “macchina acchiappaonde” perchè è proprio quello che fa: è posizionato a 100 metri di profondità e raccoglie, grazie alla sua forma simile a quella di una mongolfiera, l’energia delle onde.

L’inventore è un ricercatore dell’Università pisana, Michele Grassi, che ha già sperimentato la sua idea presso la Marina di Pisa, con ottimi risultati. Infatti questo macchinario, che può essere di diverse dimensioni, a seconda del fabbisogno, è capace di produrre, al momento, fino a un megawatt di elettricità, con costi altamente competitivi.


Infatti le sue prestazioni sono paragonabili a quelle che possono avere le centrali fotovoltaiche, ma con un costo di circa un terzo, simile a quello che possono avere gli impianti eolici, senza però l’inquinamento visivo delle enormi pale, dato che è subacqueo, e solo un sommozzatore potrebbe vederlo.

L’impianto più economico, comunque non ancora sul mercato, costa circa 100 mila euro e produce una quantità d’energia sufficiente al fabbisogno di una trentina di appartamenti. Il più costoso è stimato intorno al milione di euro. E la vera novità di questa invenzione è un’altra. Infatti finora tutti i macchinari inventati che fornivano energia idroelettrica potevano funzionare solo con il moto dell’acqua molto potente, come ad esempio quelli posizionati sui fiumi o che funzionavano solo con il mare agitato, se non in tempesta. Invece, garantisce Grassi, questo macchinario potrebbe essere utilizzato anche in un mare calmo come il Mediterraneo, senza il bisogno di forti correnti. Certo, utilizzato in un oceano sarebbe cinque volte più efficiente.

Naturalmente i primi a capire l’importanza di questa invenzione sono stati gli stranieri, primi fra tutti gli investitori provenienti dalla Francia e dal Galles, che addirittura hanno proposto di finanziare il 50% delle spese di realizzazione e di occuparsi di trovare gli sponsor per il rimanente 50%. Ma Grassi preferisce aspettare, sperando che, tra le tante proposte, ne arrivi anche una italiana. Speriamo che almeno per una volta il Governo stia attento ai cervelloni del nostro Paese, e non se lo lasci sfuggire.

Commenti (3)

  1. per quanto riguarda l’utilizzo del mare come risorsa nessuno batte i Paesi Bassi: Olanda, che ha già installato una centrale elettrica sperimentale nemmeno al largo delle coste, ma su un pontile sufficientemente lungo per metterci proprio questi galleggianti (sono proprio così) che sfruttano il continuo moto delle onde (alto-basso) per farli muovere, sono collegati a leve e marchingegni che azionano il necessario alla produzione di “scossa”.
    Ma non è l’altro ieri che lo stanno facendo…

  2. Ma il mondo è pieno di meccanismi di questo genere, dal pacifico all’indiano, tutti gli oceani ne hanno almeno quattro o cinque in funzione (sperimentale). Attendiamo sviluppi.

  3. Mr. Grassi, vada tranquillo, non aspetti gli italiani…
    In bocca al lupo…!

    Ing. Gianfranco Passoni

    PS.: Io comunque avrei un contatto qui in CH…

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