Biogas: Confagricoltura contraria a limitazioni sui raccolti

di Redazione Commenta

Nel nostro Paese la crescita del mercato del biogas-biometano fornisce sia un contributo valido alla quota di produzione di energia rinnovabile tricolore, sia una opportunità fondamentale, per le imprese agricole, al fine di integrare il reddito. Su queste basi, di conseguenza, la Confagricoltura è preoccupata in merito all’ipotesi di introduzione di una norma che limiterebbe al 15% dei raccolti la destinazione a biogas, ragion per cui la Confederazione, ed in particolare il suo presidente, Federico Vecchioni, ha già provveduto ad inviare una lettera a Giancarlo Galan, Ministro alle Politiche Agricole, ed a Paolo Romani, Ministro allo Sviluppo Economico.

A tenere banco in merito è una direttiva comunitaria, la 2009/28/CE, per la quale la Confagricoltura, con un dettagliato documento inviato ai parlamentari ed alle forze politiche, ha voluto mettere bene in evidenza come non ci siano deleghe nella limitazione all’utilizzo delle coltivazioni dedicate al biogas, ma anzi si punta a promuovere ancor di più lo sviluppo delle energie rinnovabili da parte delle imprese agricole.

Per la Confederazione non è infatti con le limitazioni, che si fissano a livello nazionale, che si evitano gli squilibri legati all’approvvigionamento ed ai prezzi delle produzioni agricole. Questo perché in tal caso non si terrebbe conto di quelle specificità a livello territoriale dove solo la coltivazione con fini energetici rappresenta l’unica vera opportunità di generazione di reddito. D’altronde al riguardo, rimarca la Confagricoltura, esiste già un Decreto ministeriale, quello del 10 settembre scorso, che permette di intervenire alle Regioni a livello territoriale.

La filiera del biogas in Italia ha poi chiaramente anche delle ricadute nel mondo del lavoro. Ebbene, la Confagricoltura in merito nel documento inviato ai parlamentari ha sottolineato come quella italiana sia un’industria pioniera nel biogas con una creazione di nuovi posti di lavoro pari a 3.500 unità circa negli ultimi due anni cui vanno ad aggiungersi altri tremila occupati nell‘indotto.

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