Caccia: 117 vittime nell’ultima stagione venatoria in Italia

di Redazione 1

cacciatore

La stagione venatoria appena conclusa, quella che andava dal 1 settembre al 31 gennaio, ha lasciato come al solito la sua scia di sangue. Purtroppo non soltanto degli animali. Secondo l’Associazione vittime della caccia, le vittime dei 5 mesi di massacro autorizzato in Italia sono state ben 117, di cui 30 morti e 87 feriti.

A riportare le cifre è Daniela Casprini, presidente dell’Associazione, la quale ha riferito i dati raccolti da giornali e fonti ufficiali in un dossier, presentato questa mattina a Palazzo Madama. Purtroppo però come afferma la stessa Casprini,

sono dati per difetto dal momento che non tutto arriva in questura e non tutto ai giornali.

Nel dossier si legge che i dati sono stati separati con attenzione nei diversi casi, i quali prendono in considerazione l’ambito venatorio e quello extra-venatorio, cioè i delitti commessi durante la battuta di caccia, e quelli commessi dai cacciatori in momenti in cui non stavano cacciando. Si tratta di casi molto gravi, perché non avvengono a causa di una pallottola vagante o di un movimento sospetto di un cespuglio, dietro al quale si nascondeva un uomo anziché un cervo. Qui si tratta, come si specifica anche nel dossier, di

vittime per imperizia nel maneggiare armi

cioè colpi partiti accidentalmente e tutti quei casi che possono avvenire per inesperienza o per errore. Ancora maggior tristezza, se possibile, la fa un altro dato, e cioè quello che racconta di come, oltre ai cacciatori, ad andarci di mezzo sono anche le persone comuni, che magari abitano nei boschi interessati dalla caccia, o che si trovavano a passare di lì per caso. Sono state 19 le persone coinvolte in questi incidenti, ed una di esse ha perso la vita.

Il dossier arriva in un momento cruciale per la caccia, nel momento in cui il Parlamento sta dibattendo sul periodo della stagione venatoria, ed in cui si discute tra coloro che vogliono allungare il periodo, praticamente in perpetuo, coloro che vogliono restringerlo, ed anche chi vuole lasciare tutto così com’è. Speriamo che questi dati servano a far ragionare un po’ di più chi prende le decisioni per tutti.

Fonte: [Ansa]

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