Chi cambierà la Casa Bianca in Casa Verde: John McCain o Barack Obama?

di Redazione Commenta

La campagna elettorale per le presidenziali statunitensi viene seguita con molto interesse da tutto il mondo, in Italia, in particolare, ogni giorno ci propinano servizi dettagliati fino all’eccesso di ogni singolo movimento, vizio, lezzo  e respiro dei due  candidati al governo degli Stati Uniti, come se non bastasse parlarci del nuovo abito della Bruni o dello spinello del figlio di Carlo d’Inghilterra.
D’altra parte, dobbiamo essere informati di quanto accade di importante nel mondo, no?

Bando alle polemiche, nel corso delle ultime elezioni italiane eravamo andati a caccia di ecologia nei programmi dei vari partiti in lizza per il governo e c’è chi si è stupito della svolta nucleare del centrodestra italiano, malgrado fosse già tutto scritto da tempo proprio nel manifesto programmatico dei maggiori partiti di destra. Non dite che non vi avevamo avvisato!
Anche questa, d’altra parte, è lacuna di informazione da parte di elettori che raramente leggono dettagliatamente le reali intenzioni dei propri rappresentanti in Parlamento, in un clima di ignoranza politica inaccettabile.
Oggi vogliamo analizzare i programmi ambientali di John McCain e Barack Obama, rispettivamente del Partito Repubblicano e del Partito Democratico, alla luce dell’emergenza ambientale che reclama attenzione soprattutto dagli Stati Uniti, che insieme alla Cina inquinano il mondo più di ogni altro Paese.


John McCain, malgrado sia accusato dai sostenitori di Obama, di voler proseguire sulla scia dell’indifferenza ai problemi ambientali perpetrata dal governo Bush, ha recentemente dichiarato tra le sue priorità la volontà di rendere gli Stati Uniti indipendenti energeticamente, contrastando i disastrosi effetti economici del caro greggio e, infine, e sottolineo infine, di voler risanare, tra le altre cose, la salute del nostro pianeta.

La priorità di rendersi autosufficienti dal petrolio, è comune anche agli intenti di Obama, che ha lanciato però, speriamo non solo per attirare più voti, una promessa-obiettivo che riscalda i cuori degli ecologisti: ridurre di ben l’80% le emissioni di gas serra entro il 2050.
Inoltre, il primo aspirante di colore alla carica presidenziale statunitense, ha annunciato un investimento di ben 150 miliardi di dollari nelle rinnovabili, sviluppando il settore dei biocarburanti e potenziando la produzione energetica eolica, solare e idroelettrica.
Si tratta di numeri e progetti concreti che giovano alla causa ambientalista e che farebbero dimenticare, se attuati, la disastrosa politica ambientale repubblicana del governo Bush, una tra le peggiori e tra le più indifferenti all’ecologia della storia americana.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.