Ambiente, cosa non cambia con la chiusura della legislatura anticipata

di Redazione 1

chiusura legislatura anticipataSi sta per concludere l’anno solare, e anche quello governativo, con le lezioni vicine e la chiusura anticipata della legislatura. Questo comporterà il fatto che diversi aspetti legati alle tematiche ambientali non verranno portati a termine dal ministero dell’Ambiente, a cominciare dalla questione dell’Ilva di Taranto, alla nuova fiscalità per privati e cittadini, alla corretta gestione dei rifiuti.

Erano stati definiti due disegni di legge in Parlamento per cambiare e migliorare alcuni aspetti legati all’ambiente e all’ecologia, tra questi il disegno di legge sulle nuove disposizioni di semplificazione amministrativa in favore di imprese e cittadini; e quello di modifica della legge 152 del 2006 che avrebbe interessato ad esempio il consumo di suolo, la gestione e lo smaltimento dei rifiuti di apparecchiature elettroniche ed elettriche, l’incentivazione di energia da fonti rinnovabili. Il consumo di suolo, che rientra nel più grande tema della messa in sicurezza del territorio avrebbe previsto l’attivazione del Piano di investimenti contro il dissesto idrogeologico; la revisione delle normative VIA; VAS e AIA; le normative sulle emissioni in atmosfera degli impianti di combustione e sugli adempimenti per gli scavi di terra e rocce dei piccoli cantieri. Con la fiscalità ambientale si sarebbe invece revisionata la tassazione energetica, la cosiddetta carbon tax; le agevolazioni per gli investimenti in tecnologie verdi e a basso impatto ambientale e per la riconversione industriale di siti di interesse nazionale contaminati.

Decisivo sarebbe stato anche un programma di gestione e smaltimento dei rifiuti che prevedeva l’identificazione del produttore di apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse in commercio; la garanzia finanziaria per il trasporto dei rifiuti fuori dall’Italia; l’approvazione dei decreti sulla “fine del rifiuto” e sul “combustibile solido secondario” in uso nelle cementerie. Con l’applicazione del Decreto sulle acque del 20 luglio 2012 si sarebbe potuto intervenire sulla tariffazione e si sarebbero messi in atto i punti discussi nel referendum.

[Fonte: Ansa]

[Photo Credit | Thinkstock]

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