Decreto fonti rinnovabili, associazioni chiedono al Governo di riaprire il confronto

di Redazione 1

Non si arresta ( e come potrebbe?) l’ondata di contestazioni al decreto sulle fonti rinnovabili formulato dal Governo. Oggi a Roma il mondo delle associazioni che operano nel settore della green economy si è riunito presso il Teatro Quirino nell’ambito della manifestazione Sos rinnovabili.
Anev, Aper, Asso Energie future, Assosolare, Gifi e Ises, in una nota diffusa nelle ultime ore, chiedono al Governo di riaprire il confronto sul decreto, contestando all’Esecutivo che il dl in attuazione della Direttiva 2009/28/, così com’è, non farà altro che bloccare lo sviluppo del settore delle rinnovabili.

Settore che sta vivendo, proprio a causa del decreto, ribattezzato blocca-solare dagli ambientalisti, un momento di instabilità ed incertezza che mina il futuro di intere categorie di lavoratori ed imprenditori che hanno scelto l’energia pulita per investire economicamente, professionalmente ed umanamente.

Il provvedimento, si legge nella nota, sta già generando incertezza se non addirittura la paralisi del settore:

Il sistema bancario ha già annunciato la sospensione dei finanziamenti previsti e molte aziende si ritrovano improvvisamente con i loro investimenti a rischio, circostanza che coinvolge decine di migliaia di posti di lavoro e impedisce la creazione di nuove opportunità occupazionali (stime accreditate riportano che oggi in Italia un nuovo posto di lavoro su tre è nella green economy).

La Commissione Europea, sottolineano le associazioni, ha presentato una Roadmap per innalzare al 25% la riduzione delle emissioni al 2020. E’ così che risponde l’Italia? Mettendo in ginocchio il settore dell’energia pulita?
Le associazioni chiedono al Governo di riaprire il confronto sul decreto rinnovabili, esaminando le loro richieste tra cui non introdurre meccanismi a effetto retroattivo; mantenere gli incentivi per gli impianti in costruzione o autorizzati; garantire gli investimenti con periodi di transizione; abbreviare i tempi dei decreti attuativi; agevolare la competitività nei prossimi 10 anni in modo da poter azzerare gli incentivi; favorire la ricerca nel settore; riconoscere l’impatto positivo delle rinnovabili sia a livello ambientale che economico che occupazionale.

[Fonte: Agi]

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