Decreto Ilva e scorie delle acciaierie, in vista un grave errore del governo Renzi

di Redazione 1

Torniamo a parlare del decreto Ilva del governo Renzi e delle possibili conseguenze di un nuovo, geniale emendamento presentato da Maran del PD e Di Biagio di Fli e già approvato in commissione: le scorie di Taranto e delle altre acciaierie d’Italia potrebbero essere usate sotto le strade così come per bonifiche e recuperi ambientali aggirando l’attuale obbligo del test di qualità. L’emendamento potrebbe inoltre mettere a rischio gli importanti processi come quelli per le scorie sotto l’autostrada Brebemi e la Valdastico sud.

ITALY-MANUFACTURING-STEEL-STRIKE-COMPAGNY-ILVA-PROTESTA denunciare il grave errore che il governo Renzi è in procinto di compiere con il decreto Ilva, in relazione alla possibilità di riutilizzare le scorie delle acciaierie diversamente da quanto stabilito finora dalla legge, è Alessandro Bratti, presidente della commissione parlamentare sui rifiuti, che definisce la possibile novità come

un passepartout per le acciaierie italiane per poter collocare queste scorie in tutte le infrastrutture utilizzando un test che non esiste ed è semplicemente un lasciapassare.

Il problema è infatti la sostituzione del test di cessione con la caratterizzazione delle scorie tramite regolamento europeo 1907/2006, che secondo Bratti non  ha niente a che vedere con i rifiuti e che “introdurrà soltanto nuovo caos”. E il problema non si limita a questo, poiché la possibilità di usare le scorie delle acciaierie senza l’attuale test sugli inquinanti andrebbe a creare un precedente che farebbe molto comodo ad altri poli industriali, che vedrebbero la possibilità di utilizzare le proprie scorie come l’Ilva. Da ciò deriva una ulteriore conseguenza: i processi attualmente in corso come quello sull’occultamento delle scorie sotto la Brebemi o quello delle scorie sotto l’autostrada Valdastico sud vicino Vicenza, ne risulterebbero a rischio.

Come si legge nel decreto

 residui della produzione dell’impianto Ilva di Taranto  costituiti dalle scorie provenienti dalla fusione in forni elettrici (…) possono essere recuperati per la formazione di rilevati, di alvei di impianti di deposito di rifiuti sul suolo, di sottofondi stradali e di massicciate ferroviarie (R5) o per riempimenti e recuperi ambientali (R10)

quindi sì all’uso delle scorie d’acciaieria per i terrapieni e sotto le strade ma sì anche per materiali da riporto per le bonifiche ambientali e il recupero delle cave esaurite. Prima era possibile utilizzare determinate scorie per lavori stradali e altro solo nel caso in cui i rifiuti in questione venissero giudicati validi dal già citato test di cessione; ma ora le aziende potranno fare ricorso, nel caso convenga loro, al regolamento CE 1907/2006, a seguito del quale è previsto un accertamento di eventualmente avvenuti danni ambientali da parte dell’ISPRA entro un anno dai lavori. Ha sottolineato di recente Bratti che

Chi si difende nei processi per traffico di rifiuti utilizzerà la norma a suo favore e tutto rischierà di finire in prescrizione. Ricordiamoci che il sostituto procuratore antimafia Roberto Pennisi, recentemente, ha dichiarato che l’autostrada Brebemi è stata fatta al solo scopo di interrare rifiuti.

Ma il governo Renzi non dovrebbe mettere i bastoni tra le ruote a chi inquina? Con il decreto Ilva il governo sembra intenzionato ad andare in direzione completamente opposta, a meno di misericordiosi ripensamenti dell’ultimo minuto.

Photo credits | Getty Images

Commenti (1)

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