Diossina, produzione uova veneta sicura

di Redazione Commenta

Ancora sull’allarme uova alla diossina. Il caso su un’eventuale emergenza sanitaria in Europa tiene banco da giorni. La minaccia ricordiamo ha come focolaio di origine la Germania a causa dei mangimi animali prodotti utilizzando biodiesel, e si è estesa dunque, dopo la chiusura di oltre 4700 allevamenti in Bassa Sassonia, ai mangimi ed ai prodotti importanti dal mercato agroalimentare tedesco.

In Italia le autorità sanitarie e le associazioni di agricoltori, come la CIA, hanno rassicurato i consumatori sulla scrupolosità dei controlli sulle merci importate e ancor di più sulla sicurezza del made in Italy. Già nei giorni scorsi si era parlato di un’importazione di uova davvero minima nel nostro Paese, a fronte di un’esportazione che invece è massiccia. Idem per il pollo.
Oggi interviene la Coldiretti Veneto, analizzando la situazione nella Regione, che è una grande produttrice di uova destinate al mercato nazionale.

Il Veneto fornisce infatti il 15% delle uova consumate in Italia, pari a circa 2 miliardi di uova.
Una produzione che avviene in oltre 135 allevamenti di ovaiole, il 75% dei quali è localizzato nelle province di Treviso e Verona, tutti sicuri e posti sotto stretto controllo sanitario quotidiano.
Spiega la Coldiretti che

gli allevamenti sono di grandi dimensioni e il controllo sanitario è quotidiano. E’ da evidenziare l’assoluta professionalità degli operatori sottoposti ad una stretta vigilanza da parte delle autorità sanitarie.

Nei locali si seguono severe norme igieniche e le uova vengono conservate con la massima cura, tenendole lontane da odori, dal sole e ad una temperatura ottimale e fissa. La consegna al consumatore avviene non oltre i 21 giorni dalla loro deposizione.

La sicurezza riguarda anche i centri di imballaggio, tutti autorizzati e facilmente rintracciabili, per eliminare eventuali partite difettose e di modo che

le contaminazioni dovute all’errata alimentazione degli avicoli, qualora esistessero, possono essere facilmente individuate bloccando tutta la distribuzione.

Le uova prodotte in Italia, ricordiamo, hanno la sigla IT riportata sul guscio. Difficile sbagliare. Il problema si pone invece sui prodotti confezionati a base di uova, perché l’etichettatura sulla provenienza delle uova, in tal caso, non è prevista dalla legge. Grave lacuna cui la Coldiretti chiede il Governo ponga immediatamente rimedio con l’obbligo di rintracciabilità della provenienza per tutti i prodotti agroalimentari.

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