Disastri ambientali: la politica italiana comincia a muoversi

di Redazione 2

frana ischia

Dopo il disastro di Messina si era detto che bisognava prevedere tali catastrofi e bisognava quindi agire per evitarle. Poi è avvenuta la tragedia di Ischia, e si è ripetuto nuovamente lo stesso appello. Purtroppo gli italiani questo appello se lo sentono ripetere da decine di anni, senza che mai venga attuato. Forse però stavolta qualcosa cambierà.

Il Senatore Roberto Menia (Pdl), in qualità di sottosegretario all’Ambiente, ha proposto una serie di iniziative per mettere in pratica le belle promesse fatte dal Governo dopo i tanti disastri che ormai, con cadenza mensile, si stanno ripetendo nella nazione. Il primo passo sarà istituire un programma straordinario per evidenziare tutti i problemi del territorio. A lui si è unito anche il WWF con una sua triplice proposta.

Ma andiamo con ordine. Quello che chiede il senatore Menia è che:

Per scongiurare altri eventi drammatici è improcrastinabile un programma straordinario di prevenzione e manutenzione del territorio.

Questo sarà attuabile con un piano nazionale sul rischio idrogeologico, redatto direttamente dal Ministero dell’Ambiente, in cui si sottolineeranno tutte le aree più a rischio e i provvedimenti da prendere, con la collaborazione delle Regioni e degli enti locali.

Il secondo passo sarà la costituzione di una commissione tecnica sul rischio idrogeologico che, in 60 giorni, dovrà fare il punto della situazione per rendere operativo il Governo sulle misure cautelari da prendere. Alla fine si spera di mettere tutta la nazione, o almeno quanto più possibile, al sicuro da altre catastrofi naturali. Costo dell’operazione: poco più di un miliardo di euro, recuperato con 900 milioni dai fondi Fas (Fondo per le Aree Sottosviluppate), 100 milioni dal fondo per le emergenze e 250 milioni circa stanziati dal Ministero dell’Ambiente.

Ma anche le associazioni ambientaliste hanno le loro proposte. WWF, insieme all’associazione per la difesa del suolo e delle risorse idriche “Gruppo 183” ha proposto di rafforzare le autorità di distretto, perché oggi hanno così pochi mezzi che non ce la fanno a stare dietro a tutte le catastrofi del nostro territorio; verificare l’efficacia dei distretti idrografici attuali e costruire un gruppo di lavoro interministeriale, sulla falsa riga di quello proposto dal senatore Menia, per far entrare la politica in gioco, visto che si sa che se la politica non si muove, in Italia non cambia mai nulla.

Fonte: [Ansa]

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