E’ nata prima l’auto o la stazione di rifornimento? Ecco perchè il mercato dell’idrogeno non decolla

di Redazione 6

Il problema del mancato boom dell’idrogeno per auto sta diventando come il mistero se sia nato prima l’uovo o la gallina. La nuova domanda è: Le stazioni ad idrogeno sono ubicate in maniera conveniente agli angoli delle strade in tutto il mondo? E quali sono gli ostacoli del marketing che bloccano lo sviluppo dei veicoli ad idrogeno?

Secondo un articolo apparso su Technovation (un periodico internazionale di innovazione tecnologica) ci sono due barriere che ostacolano l’efficienza delle infrastrutture dell’idrogeno: l’essere economicamente accessibili e pubblicamente accettabili.

Dopo oltre 100 anni di regno del petrolio come carburante dominante nei trasporti, la scarsità, l’alto costo e il bisogno di diminuire le emissioni sta lentamente facendo scendere dal trono questo regnante piuttosto scomodo. Secondo il professor Winebrake dell’Università di Rochester, e il professor Meyer dell’Università del Delaware, la tecnologia dell’idrogeno ha le potenzialità per diventare la predominante nel futuro prossimo, ma bisogna prima eliminare quegli ostacoli che bloccano la sua crescita.

“I consumatori non possono usufruire di macchine ad idrogeno se non ci sono stazioni di servizio che lo offrono, ma al contempo le infrastrutture non si sviluppano se non ci sono veicoli che le supportano”

E’ questa la tesi di Winebrake, che pone quindi un problema vecchio come il mondo. Nel loro studio, gli autori hanno creato un modello al computer, chiamato H2Vision, che simula le relazioni dinamiche tra i veicoli e le loro stazioni di rifornimento. Usando questo modello loro sono in grado di stabilire come si sviluppa il ciclo tra i due fattori, al fine di individuare gli aiuti pubblici per incentivare il trasporto ad idrogeno. La conclusione a cui sono arrivati è la seguente: investimenti iniziali in stazioni di servizio ad idrogeno con stazioni di supporto “a grappolo”, cioè in ordine sparso nelle principali regioni urbane, magari anche affiancate a quelle a benzina, così che i consumatori possano rifornirsi facilmente e in maniera più conveniente rispetto alla benzina.

In una seconda fase le politiche di Governo devono essere improntate ad un supporto al mercato dei veicoli ad idrogeno, in maniera da far circolare auto pulite con costi ridotti all’osso. Il rifornimento domestico potrebbe essere un’altra via per incoraggiare lo sviluppo del mercato, ma a patto di rendere questa tecnologia accessibile a tutti. Secondo il professor Winebrake, in questo modo il settore del trasporto ad idrogeno diventerà il principale entro la prossima decade.

Commenti (6)

  1. Purtroppo niente di nuovo… l’idrogeno ha un gran potenziale ma per ora è ancora poco sviluppato e poco finanziato per decollare veramente…

    Del resto in Italia abbiamo attualmente solo 5 distributori di idrogeno: a Torino, Milano, Collesalvetti (Livorno), Mantova e Pontadera.
    Ce n’è da lavorare…

    Giulia
    http://www.yeslife.it

  2. Quello che scrivi e’ orrendamente disinformato. Purtroppo c’e’ una cosa che si chiama scienza e che definisce l’Energia ed insegna per un sistema a calcolare il bilancio energetico. Se produci l’ idrogeno e l’intero prcesso impiega piu’ energia di quanto poi produca , ecco che hai un bilancio negativo. Il che significa che inquini di piu’.
    E provare ad informarti prima di scrivere cazzate? Purtroppo le eco balle non hanno mai prodotto energia, senno’ saremmo apposto.

  3. Che mala informazione !!! Avete una ignoranza in materia che vi fa sembrare i soliti bla bla di sinistra!!!
    Ma lo sapete cosa succede in caso di lieve perdita di idrogeno che si mischia con l’aria dell’atmpsfera???? Si forma un miscuglio che si chiama “miscela tonante” che ha una elevatissima capacità di esplodere con grandissima violenza anche solo per vibrazioni, senza fiamma iniziale!!!!!!
    Se non si possono mettere le auto a GPL nei box sotterranei, pensa quanti palazi salterebbero in aria!!!! Quindi: tecnologia difficile da gestire per la sicurezza.
    Smettetela di dire cazate dimostrando la Vs ignoranza!!!!!

  4. credo che la situazione sia molto più semplice di come la inquadriate voi. se in alcune nazioni come germania e svizzera le auto ad idrogeno sono già una realtà, significa che non sono così pericolose. Il processo di trasformazione dell’idrogeno in energia è molto più sicuro di quello che possiate pensare voi, tant’è che questa tecnologia era pronta già 10 anni fa, e non è mai accaduto niente.
    e poi non vi potete permettere di dare a noi degli ignoranti, quando sicuramente siete tra quelli che sostengono il ritorno al nucleare, l’energia più pericolosa della terra!

  5. Anonymous, sai quanta energia serve (e quindi quanto inquina) costruire un pozzo di petrolio, estrarlo, trasportarlo, raffinarlo, e in seguito bruciarlo? Non lo so neanch’io, ma posso immaginarlo facilmente: tanta. È anche vero che (da Wikipedia):

    “Il fatto che l’idrogeno sia l’elemento più abbondante dell’universo potrebbe far pensare che sia estremamente facile produrlo, ad esempio estraendolo dall’acqua. Se questo è vero in linea teorica, nella pratica attualmente il modo più economico per produrre questo elemento consiste nell’utilizzo di petrolio o di altri combustibili fossili. Infatti, circa il 97% dell’idrogeno prodotto è ottenuto dai combustibili fossili, mentre soltanto un 3% si ottiene tramite l’elettrolisi dell’acqua.”

    Questo perché costa ancora tanto produrlo tramite elettrolisi. Sempre da Wikipedia:

    “Qualora giungessero a buon fine le ricerche per ottenere energia attraverso la fusione nucleare controllata, la grande densità di energia prodotta potrebbe rendere trascurabile il problema della disponibilità e della produzione industriale dell’idrogeno.”

    La fusione nucleare è realtà (vedasi studi sperimentali su reattori a fusione “con bilancio di energia positiva” come ITER), ma la strada per la produzione industriale è ancora lunga, anche se io penso sia la via da seguire.

    Quindi Anonymous, aggiornati prima di parlare, guarda che un certo Einstein ha detto che E=mc2, ed inoltre mi sa che un po’ meno di sicurezza e di arroganza ti farebbe bene.

    Enrico, il “rischio” è definito come “combinazione di probabilità e di gravità (severità) di possibili lesioni o danni alla salute, in una situazione pericolosa”; per esempio, nel caso di una centrale nucleare, una perdita di materiale radioattivo procurerebbe danni irreparabili per l’uomo, ma, dato che ciò è relativamente improbabile (relativamente alle misure di sicurezza impiegate nella centrale, e quindi alla serietà con cui viene costruita) (motivo per cui sono terrorizzato dalla possibilità di costruirne una in Italia), il valore di rischio sarà basso. Naturalmente, nel caso di una centrale nucleare, sono da tenere in considerazione i danni radioattivi, che hanno caratteristiche uniche: si protraggono negli anni ai figli e nipoti degli esposti, e possono colpire anche a centinaia di kilometri dal luogo di un’ipotetica fuoriuscita (ricordi la preoccupazione per le coltivazioni italiane ai tempi di Cernobyl?); o, ancora peggio, un’esplosione nucleare devasterebbe l’area intorno con conseguenze che solo i giapponesi possono immaginare.

    La miscela tonante, invece, sarebbe una “normale” esplosione, più probabile a realizzarsi che non per il gas metano, ma… tienti forte… il valore di rischio per una bombola ad idrogeno è pari!!! questo poiché le bombole dell’idrogeno sono fatte con misure di sicurezza molto maggiori, come anche le stazioni di rifornimento. Certo, sarà meglio non parcheggiarle sotto i condominii, esattamente come si fa col metano, comunque ho sentito di molte persone morte per eccesso di velocità, droga, stragi ideologiche etc etc etc, ma di palazzi saltati per una macchina parcheggiata sotto mai! Il rischio di una perdita è minimo.

    In ultimo, enrico, ti inviterei a pranzo a casa mia quando cucino fagioli, così la vedi dal vivo la “miscela tonante”!!!

  6. Onestamente penso che sia molto meglio una macchina elettrica che una macchina a idrogeno, provate un po’ a leggere su http://www.aspoitalia.net, penso che con dati alla mano si chiarisca meglio ogni dubbio

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