Può l’energia pulita scatenare una nuova Guerra Fredda?

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La maggior parte degli occidentali pensa che l’indipendenza energetica sia un obiettivo importante. La nostra dipendenza dal petrolio estero, ma anche dal gas e dal nucleare, costano troppo. Per non parlare dei danni a livello ambientale che questi combustibili provocano. Quindi, la generazione di energia rinnovabile potrebbe essere sufficiente a sostenere l’intero mondo Occidentale ed il clima? Alcune agenzia di difesa, soprattutto americane, non la pensano così ma, al contrario, sostengono che il raggiungimento dell’indipendenza energetica potrebbe inavvertitamente avviare una strategia globale di Guerra Fredda.

La tesi dovrebbe essere più o meno questa: diventando isolazionisti e rinunciando all’energia “sporca”,questo potrebbe provocare un’altra guerra fredda che incoraggerebbe uno scenario in cui la Cina e la Russia si impadronirebbero di quelle risorse di cui l’Occidente non ha più bisogno per tenere sotto scacco quelle nazioni ancora arretrate che dipendono da esse. La loro politica energetica espansionista lascerebbe le altre nazioni in balìa dei loro capricci, facendoli diventare sempre più potenti, fino a ritornare una maggiore minaccia per i Paesi filo-americani. Secondo il dipartimento della Difesa americano l’isolazionismo energetico non è un’opzione realistica.

Anche se gli esperti di diritto internazionale affermano che le importazioni di petrolio e di gas potrebbero essere arrestate, l’Occidente sarebbe ancora a rischio. Rimuovere a livello mondiale il petrolio greggio e il gas naturale dai mercati renderebbe questi combustibili a basso costo e in abbondanza per il resto del mondo. Bisognerebbe quindi al contempo sostenere lo sviluppo verso le rinnovabili anche di quei Paesi arretrati ma non ostili all’Occidente. Paradossalmente questo scenario porterebbe il riscaldamento globale ad aumentare nuovamente perché, diventando i combustibili improvvisamente a basso costo e in abbondanza, i Paesi in via di sviluppo lo utilizzerebbero di più rispetto ad ora, andando a pareggiare l’inquinamento risparmiato dall’Occidente.

Cosa fare in tutto questo scenario? Una cosa semplice. Nessuno ritiene che si possano recidere tutte le importazioni di energia dai Paesi stranieri e diventare immediatamente indipendenti. Sarà un lungo e doloroso processo, in cui le importazioni verranno gradualmente ridotte, mentre si aumenterà la produzione di energia rinnovabile. Mentre questo processo si svolge, c’è chi sostiene che le risorse nel mondo cominceranno a scarseggiare. Nel frattempo però sarà importante non abbandonare i grandi produttori di petrolio, come Cina e Russia, e i loro diretti “dipendenti”, ma accompagnare anche loro, con un processo magari più lento, verso la produzione energetica rinnovabile, in maniera tale che, fra 30 anni, quando gran parte dell’Occidente sarà energeticamente indipendente, il fabbisogno di combustibili fossili sarà ridotto al lumicino. Per tutti.

[Fonte: Treehugger]

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