Eolico, in Italia torna l’ombra della mafia

di Redazione 3

Si stagliano al di sopra della campagna bruciata dal sole, di fronte ai borghi, alle palme, ai vigneti e oliveti ben curati. Sono le pale eoliche italiane, che promettono un ambiente pulito, un futuro verde, ma che hanno una provenienza molto sporca: i soldi della mafia.

Purtroppo la malavita del Paese si è ufficialmente infiltrata nel settore del vento. Attratta dalla prospettiva di generose sovvenzioni destinate a promuovere l’utilizzo delle energie alternative, le cosiddette “eco-mafie” hanno iniziato a godere dei milioni di euro offerti sia dal Governo che dall’Unione europea, specialmente lì dove la mafia ha ispirato le fantasie di scrittori e cinefili: la Sicilia.

Niente fa guadagnare più di un parco eolico. Tutto ciò che crea ricchezza è nell’interesse della mafia

ha dichiarato Edoardo Zanchini, un attivista ambientale che ha indagato sulle infiltrazioni mafiose del settore. Non sono solo gli italiani i “criminali delle rinnovabili”. Recenti ricerche effettuate dalla Kroll, la società internazionale sulla sicurezza aziendale, hanno portato alla luce esempi in tutta Europa su interessi criminali in merito all’energia pulita. Alcuni si arricchiscono prendendo finanziamenti per impianti che non costruiranno mai, altri invece riciclano nel settore i profitti delle imprese criminali.

Le energie rinnovabili sembrano una buona cosa, gestite da persone sante per salvare il mondo. Ma un sacco di gente vuole saltare a bordo di una macchina dal reddito sicuro. Non direi che tutto il settore è corrotto, ma c’è un piccola percentuale di progetti corrotti

ha affermato Jason Wright, direttore senior di Kroll, che esegue controlli sui sistemi degli investitori nelle energie rinnovabili, e che ha documentato un forte aumento del numero di parchi eolici di proprietà “sospetta”.

Il livello di frode ha dato origine a richieste di più severe restrizioni nell’uso del denaro pubblico nel finanziamento delle energie rinnovabili da parte dell’UE. Bruxelles ha ordinato a tutti i 27 Paesi di garantire che un quinto della loro energia sia rinnovabile entro il 2020, e negli ultimi anni ha speso una media di 5 miliardi di euro all’anno in prestiti e sovvenzioni. I livelli di sovvenzione consentono ad alcuni proprietari di ottenere dal parco eolico ricavi generosi per ogni watt di energia elettrica che generano, e questo non poteva non attrarre investitori “loschi”.

Tornando all’Italia, notiamo che l’energia da impianti eolici viene venduta ad un prezzo garantito di € 180 per kWh, il più alto tasso al mondo che non poteva di certo passare inosservato. Circa 30 parchi eolici sono stati costruiti in Sicilia, con altri 60 previsti, a volte anche contro il parere delle popolazioni locali che protestano contro il degrado di un paesaggio in cui queste pale non potrebbero nemmeno essere costruite. Dino Leggio, 33 anni, barista a Corleone, ha affermato che molte delle turbine che ormai costellano l’isola hanno fatto la fortuna solo per i politici e la mafia.

Nessuno ha consultato la gente comune su come costruire queste enormi cose. Sono molto alte e molto brutte. Prima di iniziare a pompare milioni di euro in impianti eolici, devono finire le strade che sono in uno stato terribile

ha spiegato al Sunday Telegraph. Mentre molti dei parchi eolici in Sicilia sono in mano ai legittimi e onesti proprietari, l’anno scorso la polizia ha avviato un importante indagine per il sospetto che i clan mafiosi si fossero accordati con uomini d’affari e politici locali corrotti per assicurarsi il controllo di un progetto per la costruzione di impianti eolici nel trapanese. Otto persone sono state arrestate grazie all’operazione “Eolo”, con l’accusa di aver corrotto funzionari nella città costiera di Mazara del Vallo con regali di auto di lusso e tangenti da 30.000-70.000 euro l’una. Le intercettazioni telefoniche sono state fondamentali, grazie ad esempio a telefonate come quella di un presunto mafioso che diceva alla moglie:

Non una turbina sarà costruita a Mazara se non sono d’accordo.

In un’altra operazione conclusa lo scorso novembre, nome in codice “Via col vento”, 15 persone sono state arrestate con l’accusa di cercare di sottrarre fino a 30 milioni di euro di fondi UE. Ma altri scandali sono emersi in Spagna, Romania, Bulgaria e Corsica.

Addirittura anche la morte del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, avvenuta qualche settimana fa, si pensa sia legata a questi affari sporchi. Vassallo, 57 anni, si pensa sia stato ucciso dalla camorra campana a causa della sua esplicita difesa dell’ambiente e per l’opposizione alla costruzione illegale di impianti che stavano seguendo l’esempio della Sicilia. I tempi cambiano, ma anche se le apparenze sembrano mutare (non si parla più di estorsione ma di modernissime tecniche di generazione di energia pulita), la sostanza resta sempre la stessa: l’Italia ha un enorme problema chiamato mafia in tutte le sue varianti che si è già diffuso al resto d’Europa, e chiunque voglia affermare il contrario probabilmente non ha ben compreso la situazione.

Fonte: [Telegraph]

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