Estinzione: ecco tutti i numeri dello studio più preoccupante del mondo

di Redazione 1

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I Governi devono agire con urgenza per arrestare la perdita di habitat e l’aumento di specie invasive che rappresentano grandi minacce per la biodiversità e causano estinzioni di massa in tutta l’Australia, la Nuova Zelanda e le isole del Pacifico. A lanciare l’allarme è uno studio pubblicato sulla rivista Conservation Biology, il quale è la prima rassegna completa di oltre 24.000 pubblicazioni scientifiche in materia di conservazione della regione oceanica. Compilato da un team di 14 scienziati, esso rivela un peggioramento nel quadro della distruzione degli habitat e delle perdite nelle specie.

La Terra sta vivendo la sua sesta estinzione e il nuovo rapporto rivela che questa minaccia è l’approfondimento di sei grandi fronti. La nostra regione potrebbe avere forse la peggiore estinzione registrata sulla Terra. Le cause sono la perdita e il degrado degli habitat, le specie invasive, il cambiamento climatico, l’eccessivo sfruttamento, inquinamento e le malattie della fauna selvatica

spiega uno degli autori della relazione, il professor Richard Kingsford dell’Università del New South Wales.

Le minacce principali sono:

  • La perdita e il degrado degli habitat nell’80% dei casi;
  • In Australia, l’agricoltura ha modificato o distrutto circa il 50% dei boschi e degli ecosistemi forestali, e circa il 70% delle rimanenti foreste sono ecologicamente degradate dal disboscamento;
  • Specie invasive, in particolare vertebrati e piante vascolari, hanno devastato le specie terrestri delle isole del Pacifico e hanno causato il 75% delle estinzioni di tutti i vertebrati terrestri sulle isole oceaniche;
  • Più di 2.500 piante invasive hanno colonizzato la Nuova Zelanda e l’Australia, le quali rappresentano la causa dell’estinzione di circa l’11% delle specie di piante native.

Ma l’estinzione, ovviamente, non riguarda solo l’Oceania, anche se lì i tassi, rispetto al resto del mondo, sono altissimi. Quasi 17.000 delle 45.000 specie minacciate di estinzione (38%) sono presenti in queste terre. Di queste, 3.246 sono nella categoria più elevata di pericolo, a rischio di estinzione, tra le 4.770 e 8.912 sono quelle considerate vulnerabili. Ma non solo:

  • Circa 5.500 specie animali sono note per essere a rischio di estinzione;
  • Nel 2008, quasi 450 mammiferi sono stati indicati come a rischio di estinzione, tra cui il diavolo della Tasmania (Sarcophilus harrisii), la cui popolazione mondiale è scesa di oltre il 60% negli ultimi 10 anni;
  • Gli scienziati hanno catalogato relativamente poco il resto del mondo della fauna: solo il 5% dei pesci, 6% dei rettili, e il 7% degli anfibi sono stati valutati. Di questi studi, almeno 750 specie di pesci, 290 di rettili e 150 di anfibi sono a rischio;
  • Il tasso medio di estinzione è ora circa da 1.000 a 10.000 volte più veloce rispetto al tasso presente negli ultimi 60 milioni di anni.

Molte persone stanno appena ora cominciando a comprendere la reale portata di questi problemi in termini di compensazione del territorio, il degrado dei fiumi, dei parassiti ed il sovrasfruttamento delle specie. Il cambiamento climatico è un problema molto importante ma non l’unica minaccia per la biodiversità. Il problema più grosso sembra essere il fatto che le sfide non vengono considerate dai Governi. L’unico interesse della politica è l’economia.

spiega il professor Kingsford. Per ciascuna delle principali minacce per la biodiversità e la conservazione, il team scientifico ha proposto tra tre e cinque raccomandazioni specifiche che devono essere adottate dai Governi. Ad esempio, gli scienziati raccomandano la fissazione di obiettivi per le aree protette come un Parco Nazionale di almeno il 10% delle zone terrestri e fino al 50% delle aree marine; maggiori restrizioni per proteggere gli ecosistemi marini (destano preoccupazione infatti le tecniche della pesca a strascico e altre “barbarie” simili); oppure ridurre la nostra impronta sul pianeta. Conclude Kingsford:

Non vi è una reale esigenza di investire nella costruzione della capacità scientifica e di Governo per la conservazione di tutta la regione. Se non raggiungiamo i nostri obiettivi, le generazioni future dovranno sicuramente pagare di più in termini di qualità della vita e di ambiente, e saremo i responsabili dell’estinzione di piante e di animali.

Fonte: [Sciencedaily]

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