Etichettatura d’origine alimentare: pronta la legge, ma l’Europa potrebbe bloccarla sul nascere

di Redazione 1

La Commissione Agricoltura della Camera ha presentato ieri la legge che regolerà l’etichettatura dei prodotti alimentari. Si tratta di un’innovazione nel settore dove l’unica legge che finora vigeva era solo quella del più furbo. In Italia infatti venivano pubblicizzati prodotti che provenivano dal Brasile con l’immagine sul prodotto della Sicilia, o i latticini provenienti dalla Germania (come le famose mozzarelle blu) con l’immagine del Golfo di Napoli.

Tutto questo, una volta approvata la legge dal Parlamento, non si potrà più fare, a meno che non intervenga il Parlamento europeo. Non che queste direttive non siano corrette, ma potrebbero andare in contrasto con quelle recentemente varate da Bruxelles che vanno nella stessa direzione, ma sono leggermente diverse. Facciamo un passo indietro ed analizziamole entrambe.

La proposta italiana ha visto un’accelerazione dell’iter dopo lo scandalo del maiale alla diossina proveniente dalla Germania. Si era chiesta un’etichettatura più rigida dopo lo scandalo delle mozzarelle blu, ma le vicende degli ultimi giorni hanno fatto sì che la proposta di legge fosse ultimata e presentata alle camere. Le “Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari” prevedono che i prodotti che riguardano carne, salumi, formaggi, derivati dei cereali, frutta e verdura, uova, miele, derivati dal pomodoro, latte, pesce ed olio extravergine d’oliva debbano obbligatoriamente segnalare la provenienza della materia prima.

Inoltre i produttori sarebbero obbligati ad inserire la digitura OGM nel caso in cui i prodotti fossero geneticamente modificati, ed il marchio DOP (Denominazione di Origine Protetta) non potrà essere inserito nelle miscele, cioè i formaggi prodotti con diverse materie prime, ma se una materia è DOP e l’altra non lo è, la dicitura va inserita negli ingredienti esclusivamente per la materia di origine protetta, a patto che questo ingrediente superi almeno il 20% dell’intera composizione. Ovviamente, e questo è il motivo principale per cui è stata fatta la legge, viene introdotto anche il diniego a qualsiasi pubblicità ingannevole, come quelle sopra esposte.

La legge non è nuova. Già nel 2004 l’Italia provò, nel tentativo di difendere il Made in Italy, ad inserirla, ma la Commissione Europea bloccò tutto. Oggi però c’è qualcosa di nuovo. Infatti, a differenza di 7 anni fa, sono accaduti troppi eventi (aviaria, diossina, prodotti alimentari scaduti, ecc.) per far finta di nulla, e allora l’UE ha preso provvedimenti. Il 22 ottobre scorso infatti Bruxelles ha legiferato quanto segue:

  • L’etichettatura del Paese d’origine dev’essere obbligatoria solo se la sua assenza può generare confusione nel consumatore;
  • L’obbligatorietà riguarda solo le carni suine e ovine;
  • Il Paese d’origine dev’essere indicato sia per la materia principale di cui il prodotto è composto, sia per conoscere la provenienza del prodotto, ovvero il luogo di lavorazione;
  • Entro 5 anni il Parlamento Europeo dovrà decidere se estendere l’obbligatorietà anche ad altri prodotti come latticini, altre tipologie di carne, ecc.

Purtroppo non ci sono cenni alla pubblicità ingannevole, e dunque rischiamo di vedere ancora prodotti tedeschi con le immagini di Napoli.

[Fonte: Repubblica]

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