Fast food versus farmers market, chi vincerà la sfida alimentare?

di Redazione 2

Oggi inauguriamo una nuova rubrica dedicata al mangiar sano e sostenibile. Abbiamo parlato spesso di menu km zero, dell’importanza di comprare locale e di optare per frutta e verdura di stagione. Dal fruttivendolo al pescivendolo, abbiamo spesso bisogno di orientamento nei nostri acquisti per non rischiare di portare a tavola pesci in via d’estinzione piuttosto che mais geneticamente modificato o pomodori cinesi che hanno compiuto migliaia di chilometri prima di arrivare a noi e non rispettano pertanto l’ottica della filiera corta.

Ed una bussola è quello che cercheremo di offrirvi, raccogliendo le nostre esperienze ed i vostri consigli in un percorso che ci conduca verso un’alimentazione più sana e con meno impatto sull’ambiente. Oggi vogliamo parlare del declino dei fast food a vantaggio dei mercati dei contadini. La messa in vendita del colosso statunitense Burger King fa ben sperare in un cambiamento in atto nelle abitudini alimentari.
L’alternativa al menu globalizzato c’è e si chiama farmer market, il mercato degli agricoltori, dove comprare prodotti locali, genuini che incentivano l’agricoltura regionale.
In Italia, così come in America, il trend è in crescita. Stando ai dati forniti dalla Coldiretti, il 54% degli italiani preferisce acquistare prodotti alimentari locali ed artigianali, a scapito non solo del cibo spazzatura dei fast food ma anche delle grandi marche, che si fermano al 12 per cento.

Ed un primo passo per portare in tavola un menu sostenibile è proprio acquistare direttamente dal produttore. In Italia le occasioni non mancano: pensate che ci sono sul nostro territorio ben 63mila imprese agricole coinvolte nella distribuzione diretta attraverso spacci aziendali, chioschi, bancarelle, sagre e oltre 500 mercati degli agricoltori di Campagna Amica. Il fast food, insomma, pare destinato ad un inevitabile declino, mangiare trash è out. Convinciamocene.
Il 71%, tra gli italiani che hanno dichiarato di aver acquistato almeno una volta prodotti locali, lo ha fatto perché attratto dalla genuinità, il 40% per risparmiare, ed il 26% per il gusto. Acquistare frutta e verdura nei farmers market, piuttosto che ricaricarsi di latte, yogurt o olio alla spina nei distributori automatici locali, è un gesto di rispetto per l’ambiente e per se stessi.
In aggiunta, sottolinea la Coldiretti, e non possiamo che trovarci d’accordo

l’acquisto di un alimento direttamente dal produttore è una opportunità per conoscere non solo il prodotto ma anche la storia, la cultura e le tradizioni che racchiude dalle parole di chi ha contribuito a conservare un patrimonio che spesso non ha nulla da invidiare alle bellezze artistiche e naturali del territorio nazionale.

Iniziamo da qui per mangiare sostenibile: far vincere la sfida ai farmers market ed al made in Italy.

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