Fotovoltaico e rinnovabili: green economy in Provincia di Perugia

di Redazione 3

fotovoltaico rinnovabili provincia perugiaPer quanto riguarda la progettazione e la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, le istituzioni non devono rallentare l’iter ed incidere su processi burocratici spesso asfissianti per cui un imprenditore debba anche attendere fino a tre anni per poter ottenere le necessarie autorizzazioni.

Si è espresso in questi termini il Presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi, che ha affrontato il tema relativo all’economia “verde” in concomitanza con la presentazione dell’Annuario Economico dell’Umbria, giunto alla sua 16-esima edizione e realizzato dal Centro Studi Economico e Finanziario ESG89. La Provincia di Perugia sta facendo la sua parte sul territorio trasformandosi in tutto e per tutto in un “imprenditore” attraverso la realizzazione, in località Pietrafitta, del “Parco Solare Fotovoltaico della Valnestore” che sarà in grado di produrre quasi nove megawatt di energia elettrica.

Il Presidente Guasticchi al riguardo ha sottolineato come nel portare avanti tale progetto la Provincia stia sperimentando in proprio quelle barriere e quei colli di bottiglia che si trova ad affrontare l’imprenditore privato nel portare avanti i propri progetti nel campo della green economy. L’Amministrazione provinciale, inoltre, sui tetti di molte scuole sul territorio sta procedendo con la realizzazione di pannelli solari sia per una questione di risparmio energetico, che abbatte il costo dell’energia per le casse pubbliche, sia per educare sin da giovani alla cultura della produzione di energia da fonti rinnovabili alternative ai combustibili fossili.

Nel complesso, c’è grande attenzione per la new economy in base ad una ricerca di mercato effettuata dal Centro Studi Economico e Finanziario ESG89 relativamente alle tendenze 2010; di contro, per gli altri settori permangono forti incertezze legate alla crisi che incidono sull‘occupazione e sulla produzione delle aziende sia perché l’Italia nel suo complesso ha perso quote di esportazioni negli ultimi due anni, sia perché ancora il rapporto tra gli imprenditori e le banche in materia di accesso al credito non è quello del periodo antecedente allo scoppio della crisi.

Commenti (3)

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