Il Giappone post-Fukushima punta sulla riduzione energetica

di Redazione Commenta

Dopo il disastro di Fukushima ci si è interrogati su come il Giappone farà ripartire la sua economia. Se è vero che le centrali nucleari che non hanno subìto danni continueranno a funzionare, è vero pure che 35 su 54 sono state temporaneamente spente, portando ad una riduzione dell’energia a disposizione del 15%. Oltre alle energie rinnovabili, il “nuovo” Giappone dovrà trovare il metodo per far fronte ad una riduzione del ricorso all’atomo. E così dopo aver preso in considerazione l’efficienza energetica, ora il popolo nipponico tenterà la strada della “riduzione” energetica.

Questa non significa soltanto ricorrere a sistemi che utilizzano meno energia ma, se possibile, a non utilizzarla affatto. Un esempio? Il Governo ha invitato gli imprenditori ad andare a lavorare in sandali e camicie hawaiane per mantenersi freschi e non accendere l’aria condizionata. E’ talmente seria la questione che è stato coniato un termine per riassumerla, “setsuden”, che significa letteralmente “risparmio di energia elettrica”. Questa pratica si riassume in concetti che molti di noi già conoscono perché elencati più volte anche su queste pagine: spegnere l’aria condizionata e le luci, utilizzare il meno possibile gli ascensori e così via.

Il Wall Street Journal ha evidenziato come tali sforzi abbiano generato “una fiorente industria domestica basata sui metodi di risparmio energetico”, come ricette che non richiedono cottura, cuscini di ghiaccio da tenere in freezer fino a quando non si va a letto e pantaloni che non fanno sudare.

Dal punto di vista governativo, la politica ha fatto la sua parte. Ad esempio nella metropolitana di Tokyo saranno spenti i condizionatori d’aria in 100 delle 137 stazioni durante le ore di punta dal prossimo 1 luglio. Inoltre verranno ridotti del 20% i treni regolari. Ai dipendenti della Banca del Giappone verrà chiesto di andare a lavorare un’ora prima da luglio a settembre, in modo da sfruttare le ore più fresche del primo mattino, mentre al Museo della moneta i seminari in programma per l’estate saranno rinviati.

Ma ancora, le singole imprese sono state invitate a trovare metodi creativi, da scegliere liberamente, per ridurre il fabbisogno energetico. Tra le proposte compaiono una chiusura degli uffici nelle ore più calde del pomeriggio, scambiare il giorno di chiusura dalla domenica con un giorno della settimana, in modo da bilanciare la richiesta energetica, favorire vacanze estive più lunghe e coltivare  piante alle finestre o lungo i muri per aiutare a mantenere l’interno fresco. Dopotutto, come fa notare un dipendente del Ministero dell’Interno, i loro nonni non potevano accedere all’aria condizionata, eppure in qualche modo facevano per combattere la calura estiva.

[Fonte: Treehugger]

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