Hong Kong, l’olio da cucina esausto diventa biodiesel

di Redazione 1

Annunciato un impianto di grandi dimensioni denominato Asb Biodiesel nel lato est di Hong Kong, a Kwan Tsuang  O, il suo scopo la trasformazione dell‘olio da cucina esausto, ormai da buttare, in carburante biodiesel.

L’obiettivo dell’impianto Asb biodiesel, impianto di 18 km quadrati, è quello di produrre 100 mila tonnellate di biodiesel ogni anno sfruttando olio da cucina usato, vari grassi animali e grassi di palma, materiali di scarto, questi ultimi, collegati al processo di raffinazione dell’olio di palma. La realizzazione dell’impianto a quanto sembra sta procedendo a gran ritmo, cosa che dovrebbe rendere possibile il suo completamento entro febbraio 2013, con entrata in funzione e inizio della produzione fissata per agosto 2013.

Il progetto coinvolge imprenditori orientali come imprenditori dei Paesi Bassi e del Medio Oriente, per un finanziamento complessivo di 165 milioni di dollari per la costruzione dell’impianto, che in principio, avvalendosi delle relazioni commerciali con la Malesia e l’Indonesia, sfrutterà materie prime provenienti da questi paesi, calcolando che nei primi periodi la struttura funzionerà soprattutto trasformando grassi di palma, per poi passare, entro tre anni dall’avviamento dell’impianto, a una quasi totale trasformazione di oli da cucina esausti (si parla di percentuali del 10% per l’olio di palma e del 90% di oli usati, scarti e grassi animali).

Il biodiesel che si otterrà con l’impianto non avrà un costo contenuto: infatti mediamente una tonnellata di biodiesel costa 1200 dollari, mentre il gasolio standard costa circa 1000 dollari alla tonnellata. Tuttavia, benché il progetto non offra carburante a prezzi stracciati, offre la possibilità di grandi tagli nell’emissioni di anidride carbonica del paese di Hong Kong: rispetto alla produzione usuale di gasolio, infatti, la produzione di biodiesel derivante da oli esausti, grassi animali e altri materiali di scarto, permette un taglio nelle emissioni di CO2 che può arrivare a toccare l’80 per cento, con connessa riduzione nelle emissioni di zolfo e particolato.

Photo Credits | pizzodisevo su Flickr

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