Il piano energetico indiano, produzione solare maggiore del nucleare entro il 2050

di Redazione Commenta

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Finchè a superarci ci sono Paesi come Stati Uniti e Germania, o colossi come la Cina, nulla da obiettare. Ma quando si nota che a superare l’Italia in quanto a progetti ecologici e a produzione di energia pulita è anche un Paese del Terzo Mondo, allora c’è da chiedersi che cosa c’è che non va.

Un anno fa l’India ha annunciato che l’energia solare sarebbe entra a far parte del suo piano d’azione, anche se dagli annunci dello scorso anno ad oggi non abbiamo visto granché. Ma ora il Worldwatch Institute fa sapere che probabilmente sta per partire un piano nazionale sull’energia solare che sembra più serio di molti europei.

Secondo il documento trapelato, l’India intrapenderà una “missione solare” che includerà misure per la rapida espansione dell’uso di piccoli pannelli fotovoltaici, sistemi di illuminazione solare, ed impianti solari su scala commerciale, al fine di ridurre i costi e favorire l’industria solare nazionale. Gli sforzi che si verificano in questi tempi nelle zone rurali e urbane di destinazione residenziale, potrebbero tramutarsi in una rivoluzione verde.

Il piano propone anche che la produzione di energia solare termica centralizzata raggiunga l’obiettivo di raggiungere la parità del costo della rete nazionale entro il 2020 e che le strutture saranno completamente ripagate entro il 2050. Attualmente l’India possiede una capacità solare installata di soli 3 megawatt, il che rende questo obiettivo il più ambizioso piano solare che ogni Paese abbia stabilito finora. La portata di questa iniziativa servirebbe alla fine ad agganciare ed anche superare di gran lunga la generazione di energia nucleare attuale del Paese.

In particolare il piano si prefigge di avere 20.000 MW di energia solare entro il 2020, espandendola a 100.000 MW entro il 2030 e 200.000 nel 2050. La parte dei finanziamenti è quella più ambiziosa, ma anche la più pericolosa. E’ facile comprendere che tale progetto sia particolarmente costoso. Greenpeace indica che la rivoluzione energetica indiana potrebbe, entro il 2050, generare il 69% del suo fabbisogno di elettricità e il 70% del suo fabbisogno di riscaldamento e raffreddamento da fonti rinnovabili, a fronte di un investimento di 154 miliardi di dollari. Per adesso qualche dettaglio del finanziamento è trapelato. Gli investimenti pubblici saranno pari a 18-22 milioni di dollari, e presumibilmente il saldo sarà effettuato mediante meccanismi di finanziamento internazionali.

Fonte: [Treehugger]

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