Incendi in Russia, le conseguenze sul resto del mondo

di Redazione 3

La siccità e la peggiore ondata di caldo che la Russia ha visto negli ultimi 130 anni hanno scatenato una devastante diffusione di incendi in tutta la nazione, e soprattutto nelle regioni occidentali e centrali del Paese. Secondo le relazioni del Ministero russo per le Situazioni di Emergenza, a partire dal 6 Agosto scorso, circa 558 incendi stanno devastando la nazione.

I roghi hanno ucciso almeno 52 persone, distrutto circa 2.000 case e carbonizzato più di 1.796 chilometri quadrati. La capitale della Russia, Mosca, è attualmente ricoperta da una fitta cappa di smog, che ha ridotto le attività e perturbato il traffico aereo. Secondo l’Associated Press, i livelli di inquinamento da monossido di carbonio a Mosca sono i più elevati di tutti i tempi, quattro volte superiori al normale.

L’Atmospheric Infrared Sounder (AIRS), lo strumento satellitare della NASA, sta rintracciando la concentrazione e il trasporto di monossido di carbonio dal fuoco russo. I dati fin qui presentati mostrano l’abbondanza di monossido di carbonio presente nell’atmosfera ad un’altitudine di 5,5 km. L’AIRS è sensibile al monossido di carbonio nella media-troposfera ad un’altezza compresa tra 2 e 10 chilometri, con un picco di sensibilità ad una altitudine di circa 5 chilometri. Questa regione dell’atmosfera terrestre contribuisce anche al trasporto a lunga distanza dell’inquinamento che ha ormai raggiunto questa altitudine.

Come mostrato in una nuova immagine, la concentrazione di monossido di carbonio dal fuoco a fine luglio era in gran parte limitata alla parte europea della Russia (occidentale e centrale). Questo contrasta drammaticamente con i dati in un’altra immagine, acquisita il 1° agosto, quando la concentrazione di monossido di carbonio era molto più alta e la zona degli incendi è aumentata in modo significativo. La concentrazione di monossido di carbonio purtroppo continua a crescere. Secondo le stime della NASA del 4 agosto, la coltre di fumo si estende su circa 3.000 chilometri da est a ovest, quanto cioè la distanza da Mosca a Roma.

Gli scienziati monitorano i cambiamenti sulla quantità totale di monossido di carbonio sopra la Russia occidentale e li confrontano con l’anno di riferimento del 2009, il quale ha registrato normali livelli di monossido di carbonio stagionali.

Il 1 agosto 2010, il superamento del tenore di monossido di carbonio aveva quasi raggiunto i valori massimi visti nel 2002, quando un incendio di torba, oltre a raggiungere la troposfera, devastò un grande pezzo del Paese. Il tasso di crescita (di circa 0,7 megatoni, ovvero 700.000 tonnellate metriche al giorno) caratterizza il tasso di emissione, che attualmente è di circa tre volte superiore rispetto al 2002 e, come si vede dalle foto della NASA, è in grado di raggiungere tutto il pianeta. I dati conclusivi sulle conseguenze a breve e medio termine sarà possibile trarli solo quando gli incendi saranno spenti, ma sicuramente non saranno piacevoli.

Fonte: [Sciencedaily]

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