Incentivi rinnovabili e la fine del terzo Conto Energia

di Redazione 1

Nella giornata di mercoledì 30 marzo 2011, a Torino si è riunita la Commissione Ambiente e Energia della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, con all’ordine del giorno la questione inerente le incentivazioni al fotovoltaico. L’orientamento della Commissione Ambiente e Energia, presieduta da Massimo Giordano, assessore allo Sviluppo Economico della Regione Piemonte, è quello di tutelare nel nostro Paese la filiera del fotovoltaico, e di procedere di conseguenza ad una riduzione graduale delle incentivazioni.

In particolare, al fine di venire incontro alle imprese delle rinnovabili, in sede di Commissione sono state condivise alcune prime indicazioni di massima che poi saranno trasmesse al Governo. Nel dettaglio, il terzo conto energia, quello che, stando a quanto intende fare il Governo, dovrebbe essere “chiuso” tra poche settimane, dovrebbe invece essere mantenuto almeno fino al 31 dicembre del 2011. Questo perché, lo ricordiamo, le imprese hanno contestato questa sorta di cambio in corsa unitamente ad un “tempo di vita” del terzo conto energia di pochi mesi quando invece gli iter autorizzativi sono quasi sempre molto lunghi.

Alla riunione della Commissione Ambiente e Energia della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, in accordo con quanto riporta il sito Internet della Regione Piemonte, hanno partecipato anche altri assessori, tra i quali Angela Capone della Regione Puglia, e Giancarlo Muzzarelli della Regione Emilia-Romagna. In sede di Commissione è emerso un orientamento comune per cui al mercato serva conoscere, senza cambiamenti in corsa, e con un adeguato anticipo, l’entità e le modifiche legate alle incentivazioni sugli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.

Così come a fronte della progressiva riduzione degli incentivi in conto energia sugli impianti fotovoltaici a terra, andrebbero invece aumentate le incentivazioni su quelli integrati, ovverosia su tetti e pensiline. Inoltre, per gli impianti a terra dovranno essere privilegiate quelle aree che sono già compromesse in modo tale da limitare il consumo di suolo.

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