Quattromila industrie europee fuori dai parametri ambientali, non mancano le italiane

di Redazione 1

Dieci Paesi membri dell’Unione europea non sono riusciti a rispettare i parametri ambientali concordati e a rientrare nei ranghi, o almeno non lo hanno fatto fino ad oggi. Ciò significa che decine delle industrie presenti in queste nazioni osservano diversi criteri per smaltire i propri rifiuti e inquinano un po’ come gli pare le acque con i loro liquami tossici e l’aria con le emissioni tossiche di gas serra. Tutto questo senza alcun limite, o meglio con quote variabili da Paese a Paese che non tengono conto delle normative comuni previste dalla Commissione europea in materia di inquinamento.

Gli avvertimenti dell’Europa non hanno tardato ad arrivare. Ad essere richiamati all’ordine sono stati il Belgio, la Bulgaria, la Grecia, i Paesi Bassi, il Portogallo, La Slovenia, la Spagna, la Danimarca e l’Irlanda. Sono nove. Ne manca uno. Indovinate un po’? Potevamo mica mancare a questo ennesimo traguardo del demerito? L’Italia le note le prende tutte… abbiamo un registro nero, che più nero non si può. Cinque in condotta. Bocciati. Anche questa volta.

La Commissione europea ha adottato un’azione legale contro i 10 Stati membri per consentire ai più di 4000 impianti industriali non a norma di operare con gli adeguati permessi.
A ottobre del 2007 l’Unione europea ha fissato parametri di aggiornamento, rispetto a quelli che vigevano dal novembre del 1999. Esistono nuove regole per decurtare le emissioni, diminuire l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo. Ma dieci Paesi hanno omesso di far rispettare le nuove disposizioni comuni ad un totale di quattromila impianti industriali. E’ inaccettabile, come commenta lo stesso Commissario europeo per l’ambiente Stavros Dimas (nella foto):

E’ inaccettabile che gli impianti industriali siano operativi senza i permessi legali che consentono di garantire una diminuzione delle emissioni inquinanti.
Queste procedure di autorizzazione sono state concordate da tutti gli Stati membri. Al fine di tutelare la salute dei nostri cittadini e l’ambiente devono essere rispettate.

Commenti (1)

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