Fosforo

di Redazione 2

Fosforo

Il fosforo è un elemento chimico (numero atomico 15, simbolo P) che si trova in natura sotto forma di fosfato nelle rocce, nelle ossa, nei denti e nelle cellule di alcuni esseri viventi. Al livello elementare reagisce facilmente con l’ossigeno, producendo luminescenza, e vista la sua forte reattività è utilizzato per un gran numero di scopi, come gli esplosivi, i fiammiferi o i fuochi d’artificio, ma può essere facilmente trovato anche in pesticidi, fertilizzanti, detersivi e persino nel dentifricio.

Purtroppo la sua utilità l’ha portato ad un uso sconsiderato ancora oggi, tanto da renderlo uno degli elementi di maggior spicco nell’inquinamento, specialmente quello marino. Nell’acqua infatti non si dissolve, e finendoci molto facilmente con lo sversamento di fertilizzanti e pesticidi, può provocare malattie ai pesci e a chi li consuma. Scarichi industriali e agricoli hanno quasi lo stesso peso nell’inquinamento totale da fosforo, mentre appena il 13% proviene dagli scarichi civili (fogne).

Il fosforo è velenoso, con una dose letale per un uomo di appena 50 milligrammi nella sua forma pura, e può causare ustioni al solo contatto. L’avvelenamento provoca necrosi del tessuto osseo, osteoporosi, danni renali e al sistema nervoso. E’ possibile però rendere innocuo il fosforo in un modo naturale direttamente in mare o nelle acque in cui dei microrganismi si nutrono di questo ed altri materiali di scarto rendendoli innocui. Purtroppo però negli ultimi anni le culture intensive hanno reso le acque troppo cariche di fosforo (si stimano 22 milioni di tonnellate in totale) da poter fare solo affidamento ai microrganismi spazzini, e così diventano sempre più inquinate.

Per questo l’Unep ha cominciato a sollecitare i Governi affiché si riduca la quantità di inquinamento da fosforo, a partire dalla riduzione di fertilizzanti e pesticidi chimici in agricoltura, o evitando di sversare i liquami degli allevamenti direttamente in mare. Inoltre un programma di depurazione delle acque di scarico (il 70% delle acque reflue finisce in mare non trattato) potrebbe alleviare le sofferenze della vita marina. Un intervento necessario anche per salvaguardare la nostra stessa salute in quanto questi ed altri inquinanti finiscono nella catena alimentare e, per ultimo, all’uomo.

Per approfondire:

[Fonti: Wikipedia; Tekneco; Griffini]

Commenti (2)

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