Inquinamento indoor: inventato strumento per misurarlo

di Redazione 4

Un nuovo e promettente approccio per verificare la precisione delle misurazioni di pericolosi agenti inquinanti dell’aria negli ambienti chiusi potrebbe presto essere pronto per l’utilizzo domestico. Lo strumento, inventato dai ricercatori del National Institute of Standards and Technology (NIST) e Virginia Tech, sarebbe in grado di misurare i composti organici volatili (COV), la qualità dell’aria interna e le emissioni di pitture, tappeti, detergenti e prodotti da costruzione presenti in casa.

I ricercatori hanno realizzato questo strumento (quadrati sottili di plastica saturi di vapori di un comune solvente) attraverso la lavorazione in quattro laboratori di prova. Si tratta ancora di un prototipo, realizzato al Virginia Tech, ma ha già prodotto risultati delle misurazioni più accurate di quelle precedentemente realizzate in studi condotti con metodi più costosi e che richiedevano maggior tempo utilizzando materiali meno standardizzati.

I ricercatori suggeriscono che il loro metodo potrebbe essere utilizzato per produrre una gamma di materiali di riferimento per validare le misurazioni di COV emessi dai materiali da costruzione e prodotti domestici. I COV sono utilizzati nelle vernici, adesivi, mobili e molti altri prodotti interni. I loro livelli medi all’interno di un’abitazione sono da due a cinque volte superiori rispetto all’aria esterna, secondo la Environmental Protection Agency. Un aspetto da non sottovalutare dato che essi sono stati collegati a diverse malattie, perlopiù respiratorie.

Molti programmi per la verifica delle emissioni di COV esistono già, e spesso i produttori testano i loro prodotti per determinare se le emissioni siano inferiori ai limiti fissati nei regolamenti volontariamente. Tuttavia, i risultati spesso variano notevolmente. Le valutazioni del passato delle prestazioni del test davano risultati diversi a seconda del laboratorio in cui venivano effettuate. Per questo si è sentito il bisogno di un metodo per effettuare test univoci e precisi che non lascino spazio a dubbi.

Su questo si sono concentrati i ricercatori, i quali ora possono affermare che il loro prototipo potrebbe ridurre la variabilità riscontrata nei vari laboratori a meno del 10%, molto meglio rispetto ai metodi attuali. I risultati sono buoni ed ora il progetto sarà esteso per individuare altri tipi di COV entro il 2013, in modo da rendere lo strumento talmente preciso da diventare utilizzabile nelle nostre case.

[Fonte: Sciencedaily]

Commenti (4)

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