Inquinamento nel Mar Adriatico, a rischio i pesci

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L’impatto dell’inquinamento sugli ecosistemi fa sentire la sua morsa in numerose aree del Pianeta con particolare veemenza ed effetti devastanti. Ci sono poi territori e acque particolarmente sensibili alle condizioni ambientali degradate e compromesse dalle attività dell’uomo, dalla sua impronta a dir poco pesante. Una di queste è senza dubbio il Mar Adriatico, un mare definito delicato sotto questo punto di vista dagli esperti che monitorizzano l’andamento della situazione alla ricerca di soluzioni adeguate a dare respiro a quello che è un bacino con un ricambio d’acqua limitato. Gli inquinanti stanno mettendo a rischio la fauna e la flora ittica, intossicate dalle sostanze nocive presenti in alte concentrazioni nell’acqua.

Secondo i ricercatori dell’ISPRA l’area più è critica è quella in corrispondenza delle foci del Po, come spiega Otello Giovanardi, afferente all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale:

L’Adriatico? E’ di certo un mare delicato e il limitato ricambio d’acqua non permette alle sostanze inquinanti di disperdersi.

Quest’estate nell’Alto Adriatico si è assistito ad una moria di vongole anche se, come sottolinea lo stesso esperto:

In questo caso l’ipotesi di un virus o di una patologia è più accreditata rispetto all’inquinamento.

I pescatori, ad ogni modo, lamentano da tempo un calo della pesca e degli stock ittici. Un fenomeno imputabile per l’ISPRA alla perdita di sostanze nutritive del mare:

I nutrienti come nitrati e fosfati, che provengono dai fiumi e in particolare dal Po, sono stati vietati dalla normativa italiana per ridurre alcuni fenomeni anomali come ad esempio la colorazione del mare, portando problemi soprattutto alla balneazione. Ma non si tratta di sostanze nocive, si tratta di fertilizzanti del mare.

E il fattore inquinamento da agricoltura ed industrie quanto incide? Alle foci del Po

oltre ai fertilizzanti sboccano sostanze nocive come idrocarburi e metalli che si inseriscono nella catena alimentare, che si depositano sul fondo e una della attività della pesca è proprio lo strascico del fondale che contribuisce a portare in sospensione tanti inquinanti rimettendoli in circolo.

La soluzione, per Giovanardi, per evitare rischi, è consumare poco pesce perché, anche se ci sono controlli, possono sfuggire singole partite che sforano i parametri consentiti.

[Fonte: Adnkronos]

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