L’Irlanda mette al bando i cibi geneticamente modificati e crea il marchio GM-free

di Redazione Commenta

cavolo non geneticamente modificato

Il governo irlandese ha deciso di vietare la coltivazione di tutte le colture geneticamente modificate e di introdurre una volontaria etichetta GM-free (alimenti non geneticamente modificati) per i prodotti alimentari come carne, pollame, uova, pesce, crostacei, latticini e prodotti realizzati senza l’uso di mangimi geneticamente modificati.

La politica è stata adottata nel quadro del programma rinnovato del Governo, concordato tra i due partner della coalizione, Fianna Fail di centro-destra e il Partito dei Verdi, sabato scorso. L’accordo prevede che il governo

Dichiari la Repubblica d’Irlanda una GM-Free Zone, libera dalla coltivazione di tutte le piante geneticamente modificate.

Il testo ufficiale afferma inoltre che

Al fine di ottimizzare il vantaggio competitivo in Irlanda come Paese libero dalle modifiche genetiche, si introdurrà un logo volontario GM-free utilizzando in tutti i mercati rilevanti l’etichettatura e la pubblicità, simile al regime di recente introdotto in Germania.

Michael O’Callaghan di GM-free Ireland ha detto che questa politica inizia una nuova era per gli agricoltori irlandesi e produttori di generi alimentari:

Il piano del governo irlandese di vietare le colture geneticamente modificate fornisce una volontaria tassa ecologica per le qualifiche di produzione degli animali ed ha un senso per il nostro business agro-alimentare e gli eco-settori del turismo. Tutti sanno che i marchi e i dettaglianti alimentari dei consumatori degli Stati Uniti e dell’Unione europea, vogliono sicurezza degli alimenti non geneticamente modificati, e l’Irlanda si trova in posizione ideale per fornire il più sicuro e più credibile marchio GM-free in Europa, se non nel mondo.

Negli Stati Uniti, dove l’Irlanda esporta grandi quantità di prodotti lattiero-caseari (latte in polvere e la caseina per la produzione di formaggio), i produttori di beni alimentari, commercianti, trasformatori, distributori, agricoltori, allevatori delle sementi e dei consumatori hanno creato una joint venture chiamata Non-GMO Project, che prevede già etichette GM-free per oltre 1.000 prodotti alimentari da parte dei produttori singoli, oltre per migliaia di catene di venditori al dettaglio.

Fonte: [Enn]

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