In Italia 56 mila specie viventi, il paese con maggior diversità in Europa

di Redazione 3

In Italia sono presenti 56 mila specie viventi, secondo il recente studio “Parchi nazionali: dal capitale naturale alla contabilità ambientale”, realizzato a cura del ministero dell’Ambiente. Si tratta del paese con maggior diversità biologica in Europa.

Lo studio dedicato ai parchi nazionali e al capitale naturale italiano del ministero dell’Ambiente rappresenta un interessante documento che classifica e ordina un ampissimo numero di specie viventi italiane, dalle piante ai mammiferi passando per insetti e invertebrati di ogni genere. A livello di flora le foreste più imponenti nell’ambito dei parchi sono faggete e querceti, si calcola inoltre che i nostri parchi nazionali abbiano permesse di ridurre l’urbanizzazione del 4,5% nelle aree protette.

Lo studio che classifica 56 mila specie viventi in Italia, di cui i parchi nazionali rappresentano habitat fondamentali, è collegato alla Strategia nazionale della biodiversità. Tale documento, ha sottolineato il ministro Clini durante la presentazione,

è stato definito un sistema di ‘contabilità ambientale’ nelle aree protette a partire da una ricognizione integrata e coordinata del patrimonio naturalistico noto e presente nei nostri parchi nazionali. Il risultato è di rilievo: i parchi nazionali sono rappresentativi delle peculiari ricchezze naturalistiche del nostro paese e il livello di conservazione e salvaguardia naturale nei nostri parchi è concreto ed effettivo, maggiore rispetto alle aree non tutelate.

Il rapporto “Parchi nazionali: dal capitale naturale alla contabilità ambientale” rappresenta un lavoro estremamente interessante: ci auguriamo che a tutto ciò si possano accompagnare nell’immediato futuro misure di valorizzazione dei nostri tanti parchi nazionali, e non solo, anche misure più severe per il rispetto dell’ambiente più nel complesso. Clini ha affermato:

l’emergenza dei cambiamenti climatici richiede di rafforzare ed estendere la ‘resilienza’ dei sistemi naturali. E perché la crisi economica ci impone di adottare nuovi modelli basati sulla conservazione e valorizzazione efficiente delle risorse naturali, che sono il nostro ‘petrolio’.

Splendide parole, che senz’altro condividiamo. Ma vorremmo in futuro poter assistere a politiche concrete che collimino maggiormente con le buone intenzioni espresse.

Photo credits | Bruno C. su Flickr

Commenti (3)

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