Kyoto, al via in Italia il federalismo climatico per 8.000 comuni: chi vuole può!

di Redazione 2

Per la serie chi vuole può farlo sin da ora, senza aspettare le mosse, lente, lentissime, del Governo, per i Comuni italiani più attenti ai problemi del surriscaldamento terrestre e dell’inquinamento, è arrivato dopo il federalismo fiscale, il federalismo climatico. Gli 8.000 comuni della Penisola potranno decidere di superare addirittura i parametri stabiliti dall’Unione Europea per il 2020, facendo di più, molto di più, e dando un taglio ancora maggiore alle emissioni di CO2.

Il tutto nell’ambito di un’iniziativa lanciata in questi giorni al Galata Museo del mare dal sindaco di Genova Marta Vincenzi, nella sua veste di presidente dell’associazione Anci Ideali, e dal presidente della Università Verde on-line, Alfonso Pecoraro Scanio. La campagna dal titolo “Ottomila comuni per Kyoto-il pianeta è in pericolo: parte il Federalismo climatico” mira a partire dal basso, proprio dai tanti paesi italiani, per smuovere la macchina, ora quasi ferma per via della crisi economica, dell’intervento diretto dei cittadini per frenare i cambiamenti climatici.

Spesso si crede che senza leggi e normative governative non si possa fare granchè per salvare il Pianeta, e in questo caso l’Italia, dall’inquinamento. In realtà, piuttosto che aspettarsi grandi cose dall’alto, o che piova dal cielo una soluzione (di questi tempi poi è alquanto improbabile), è meglio fare qualcosa sin da subito nel proprio piccolo. Ed è proprio l’idea di Ottomila comuni per Kyoto, che vuole festeggiare il quarto anniversario del protocollo, ricorso in questi giorni, incentivando i centri urbani, grandi e piccoli, a darsi una mossa. Come riportato dall’Ansa:

L’iniziativa riprende il Patto dei sindaci firmato a Bruxelles lo scorso 10 febbraio da oltre 450 amministrazioni europee, tra cui 56 italiane, compresa Genova stessa. Il Patto impegna i sindaci (pena l’esclusione) a superare l’ obiettivo della riduzione del 20% di Co2 entro il 2020. ”Tra quelle 450 città ci sono anche 15 metropoli – ha osservato Vincenzi – ma se prendiamo il totale sono 80 milioni di cittadini europei che dicono all’Europa: possiamo superare il 20-20-20 – ha detto Vincenzi – è una spinta dal basso”. Trasporto pubblico, edilizia e produzione d’energia sono i settori chiave per l’abbattimento della Co2, come rimarcato da Pecoraro Scanio: ”Almeno i primi due sono settori in cui le amministrazioni locali possono dire la loro”, ha detto.

[Fonte: Ansa]

Commenti (2)

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