La Malesia chiude le sue aree marine per salvare la barriera corallina

di Redazione 3

Le barriere coralline vengono “uccise” ogni giorno dai cambiamenti climatici, e così decisioni difficili devono essere prese, fino a quelle più drastiche come chiudere del tutto l’accesso agli umani nelle zone più in pericolo. La notizia fa scalpore quando si scopre che a chiudere sono alcuni dei principali siti di immersione della Malesia, tra i più frequentati al mondo, i quali ospitano un totale di 12 barriere coralline.

Questi sono tra i più popolari tra i sub, i quali nei prossimi mesi potranno ammirarli solo nei video girati dai loro colleghi. Al fine di ridurre il numero dei fattori di stress che i coralli devono affrontare nella loro lotta per la sopravvivenza, il governo malese ha scelto di tutelarli, nonostante il mezzo milione di turisti che ogni anno si avventura nell’area. Dal mese di luglio fino (come minimo) ad ottobre resteranno chiusi i siti per permettere ai coralli di recuperare dallo sbiancamento causato dalle temperature dell’acqua di 4 gradi Fahrenheit più alte del solito. Si tratta di pochi decimi di grado Celsius, ma un aumento di soli 3° C. attiverebbe una totale estinzione dei coralli. Secondo molti scienziati questo potrebbe accadere entro la fine di questo secolo.

Secondo il Telegraph, ben il 90% dei coralli della zona sta diventando bianco, e ha bisogno di tempo per recuperare, e sarà possibile farlo solo senza le pressioni dovute al traffico umano. I mari caldi sono un problema un po’ ovunque. I Caraibi, per esempio, hanno registrato aumenti di temperatura del mare che non solo hanno causato lo sbiancamento dei coralli, ma anche un rallentamento della loro crescita, rendendo difficile per i coralli riprendersi dallo stress dovuto alle temperature più elevate.

Gli ecosistemi delicati sono a rischio di collasso se i coralli non avranno possibilità di “guarire”. In alcune zone, i coralli sembrano essere in grado di adattarsi a temperature più alte, e prosperano anche nelle condizioni più improbabili. Ma nella maggior parte dei luoghi, tra cui la Malesia, hanno bisogno di una pausa per ottenere gli stessi risultati.

Ci aspettiamo che [i coralli] guariranno o almeno miglioreranno

ha spiegato Abdul Jamal del Dipartimento dei Parchi Marini, il quale ha sostenuto che i coralli danneggiati devono la loro condizione più che altro alle temperature dei mari e non tanto alle attività turistiche. Ma di certo un po’ di pausa, come ad un malato in convalescenza, potrà fargli solo bene.

Fonte: [Planet Green]

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