Nucleare, Margherita Hack: “Sì al referendum ma la ricerca deve continuare”

di Redazione 7

Nucleare: la Cassazione ha aperto al voto del 12 e del 13 giugno, restituendo di fatto il diritto di esprimersi sul futuro ambientale ed energetico del Paese ai cittadini. Grande apprezzamento è stato espresso dagli ambientalisti, dall’Idv, dal Pd e dai comitati civici che si battono per promuovere il referendum.

Margherita Hack, fisico fiore all’occhiello nel panorama scientifico italiano, le cui posizioni pro-nucleare sono note e rispettate anche perché coerenti con il suo profilo, interpellata in questi giorni dalle agenzie di stampa sulla decisione della Corte, ha rilasciato delle dichiarazioni in difesa del referendum e della libertà di scelta e di partecipazione democratica alle decisioni del Paese, pur sottolineando che la ricerca deve continuare e non può subire battute d’arresto.

Il referendum sul nucleare va fatto. Si deve rispettare la volontà del popolo. Non sono d’accordo sull’apertura in Italia di nuovi siti ma sono fermamente convinta che la ricerca sul nucleare debba in ogni caso continuare, ha dichiarato la Hack.

Non sono d’accordo sull’apertura in Italia di nuovi siti è la frase-sentenza che ha fatto il giro d’Italia, risuonando e riecheggiando con la ferma decisione che solo un parere autorevole come quello della Hack può fare. Alcuni hanno tralasciato di riportare la seconda parte, quella sul proseguire comunque la ricerca ma non è corretto in nessun caso censurare parzialmente le dichiarazioni per trarne un vantaggio tanto debole quanto fazioso.

La ricerca di cui parla la Hack è una ricerca che punti ad un nucleare che faccia meno paura, con scorie che durino meno, alla scoperta di nuovi combustibili, insistendo sulla fusione:

Il nucleare oggi in Italia non è necessario ma non si deve interrompere la ricerca. In futuro, l’energia sarà  necessaria quindi non si può rimanere indietro. E’ paradossale che Carlo Rubbia sulla ricerca nucleare sia costretto a lavorare in Spagna. Si deve lavorare e insistere sulla fusione e cercare un combustibile nucleare che abbia una vita più breve di quella dell’uranio con scorie che durino meno. Non serve aprire impianti ma continuare a fare ricerca, anche sulle rinnovabili, è fondamentale.

[Fonte: Agi]

Commenti (7)

  1. basta fare una centrale a fuelcell. Il problema che molti non sanno neanche cosè

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  2. Da: Pappalettera Felice
    Inviato: mercoledì 8 giugno 2011 12.36
    A: ‘Ivan Rota’
    Cc: [email protected]; [email protected]
    Oggetto: R: referendum 12-13 giugno

    Mi permetto di segnalarVi che le centrali nucleari al TORIO sono già una realtà sperimentata come potrete verificare da link che Vi invierò a parte. La realtà dell’essere umano consiste di entità in continuo progressivo divenire e mai immobilismo statico, per sua natura, involutivo.
    Cordialmente


    Felice Pappalettera
    Electrical Department
    Simeco Srl
    Via Romilli, 22 – 20139 Milano (Italy)
    tel. +39.02.99298.242 fax +39.02.56.91.424
    [email protected]
    http://www.simecomilano.it

    ——————————————————————————–
    Da: Ivan Rota [mailto:[email protected]]
    Inviato: mercoledì 8 giugno 2011 12.05
    A: Pappalettera Felice
    Cc: [email protected]; [email protected]
    Oggetto: Re: referendum 12-13 giugno

    Gent.imo felice
    ammetto la mia ignoranza che penso mi accomuni alla stragrande maggioranza dei cittadini: non sapevo prima di questa mail dell’esistenza del torio e delle ipotizzate nuove tecnologie.
    le decisioni e le azioni nascono da fatti oggettivi e attuali.
    IDV ha ritenuto inaccettabile la realizzazione di centrali nucleari funzionanti ad uranio; se la comunità scientifica svilupperà in futuro tecnologie pulite e sicure al 100% troverà in noi una sponda.
    Cordialmente
    Ivan Rota

    Inviato da Ivan Rota – iPad

    Il giorno 08/giu/2011, alle ore 09:24, Pappalettera Felice ha scritto:

    Un consiglio :
    prima di accingervi a raccogliere firme su un referendum, come quello sul nucleare, bisogna aver prima acquisito sufficienti nozioni scientifiche ed essere in grado di sapere che col termine NUCLEARE non si intende solo il tipo di centrali elettriche che utilizzano come “combustibile” l’URANIO e/o il PLUTONIO; vi sono anche “combustibili” diversi che non procurano i rischi paventati dall’uso dell’uranio e/o del plutonio, quali il TORIO. Vi è anche la fusione a freddo che può essere utilizzata senza rischi.
    Pertanto, se aveste puntualizzato il suddetto distinguo, avreste potuto essere meglio considerati. Il non averlo fatto non può che essere ritenuto un danno notevole alla comunità italiana e scientifica, che si impegna a meglio produrre maggiori quantità di energia elettrica senza rischi e a minor costo di quello del fotovoltaico e dell’eolico.
    Distinti saluti

    Felice Pappalettera
    Electrical Department
    Simeco Srl
    Via Romilli, 22 – 20139 Milano (Italy)
    tel. +39.02.99298.242 fax +39.02.56.91.424
    [email protected]
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    1. grazie per gli interessanti spunti Felice

  3. Forse non tutti sanno che una centrale nucleare a fissione può essere alimentata non solo ad Uranio o Plutonio.
    Circa 15 anni fa il nostro premio nobel Rubbia propose al mondo la realizzazione di una centrale al Torio.
    Questo è un elemento molto diffuso nel mondo, Italia compresa.
    E le centrali sono intrisecamente sicure perchè la reazione nucleare deve essere stimolata dall’esterno e non frenata come avviene nelle centrali nucleari classiche. Quindi basta interrompere la stimolazione e tutto si ferma.
    Inoltre i residui della reazione sono pericolosi solo per qualche decina d’anni e non migliaia.
    Nazioni come l’India e la Cina le stanno già costruendo. E Noi?

    Per una breve introduzione all’argomento, segnalo i seguenti siti:

    http://www.ditadifulmine.com/2010/09/torio-nucleare-piu-sicuro-e-soluzione.html

    http://www.greenstyle.it/centrali-nucleari-al-torio-vantaggi-e-svantaggi-2528.html

    http://www.google.it/url?q=http://www.youtube.com/watch%3Fv%3D8xrqu4GeU1c&sa=U&ei=sqfHTdf4HMjxsgb8l-SQDw&ved=0CBQQtwIwAA&usg=AFQjCNH5W5s2BSg6Nv5LXSUasVA-Y3H5DA

    Se diffondiamo la voce sull’argomento, forse riusciamo a costruire una “opinione pubblica” ed anche i politici potrebbero esserne influenzati.

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