Patata Ogm: arriva l’ok dall’Ue

di Redazione 7

patate

Nessuno la vuole, ma non si sa perché, l’Unione Europea ha autorizzato la sua commercializzazione. La patata Ogm della multinazionale Basf sarà prodotta e commercializzata all’interno dei confini dell’Europa a 27 come qualsiasi altro prodotto legale. A deciderlo è stata la Commissione Europea che ha messo un po’ d’ordine nella vicenda che riguarda il tubero geneticamente modificato che vive una vera e propria Odissea da 12 anni.

Sin dal 1998 infatti la patata Amflora (così è stata battezzata) veniva autorizzata e poi bloccata di continuo da tre importanti agenzie, l’Efsa (autorità Ue di sicurezza alimentare), l’Emea (agenzia europea del farmaco) e l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità). In Italia l’opposizione alla patata ogm è arrivata, per una volta, da entrambi gli schieramenti politici, con forte preoccupazione da parte del Ministro dell’Agricoltura Luca Zaia.

Secondo l’Oms infatti si tratta di un prodotto pericoloso per la salute umana in quanto contiene un gene che porta alla resistenza agli antibiotici. Era scontato il no da parte degli ambientalisti per la pericolosità della sua produzione per l’ambiente, e per la solita opposizione alle culture geneticamente modificate, che vanno ad intaccare quanto di buono c’è nella coltura biologica.

Ma allora perché è stata prodotta, e soprattutto perché è stata autorizzata? La sua produzione, almeno stando alle promesse della Basf, servirà soltanto a scopo industriale in quanto essa è in grado di produrre molto più amido di una patata normale. Il motivo per cui invece può essere commercializzata lo spiega Martin Haeusling, leader del movimento verde all’interno del Parlamento Europeo:

Sono colpito nel vedere che il commissario alla salute e alla tutela dei consumatori, John Dalli, non ha avuto bisogno che di alcune settimane nel suo nuovo incarico per esprimere un sostegno così palese agli interessi industriali.

Il solito Dio Denaro c’è dietro questa decisione, e poco importa se i cittadini europei (secondo gli ultimi sondaggi sono il 74%) sono contrari agli Ogm. Secondo alcuni detrattori si tratta di un pericoloso precedente che serve per scardinare la resistenza a queste colture che sono state vietate proprio nel 1998, e servirà da apripista per le nuove generazioni di vegetali fatti in laboratorio.

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