Il piano casa dà una mano all’economia, anche se non ci crede nessuno

di Redazione Commenta

A margine della presentazione del ddl sul cosiddetto “Piano Casa“, una nuova legge che in pratica scioglie i nodi burocratici per l’edilizia, tra le mille polemiche sollevate non solo dall’opposizione, ma anche da alcuni rappresentanti della maggioranza e di tantissime persone che con la politica non ha nulla a che vedere, Berlusconi spiega il suo piano in questo modo:

significa soltanto dare a chi ha una casa, e nel frattempo ha ampliato la famiglia perchè i figli si sono sposati e hanno dei nipotini, la possibilità di aggiungere una stanza, due stanze, dei bagni, con i servizi annessi alla villa esistente.

In uno Stato serio, com’era l’Italia fino a poco tempo fa, queste operazioni si sarebbero chiamate “abusivismo edilizio“. Quando infatti si parlava di abusi, venivano alla mente delle case costruite in zone non edificabili o senza autorizzazione. Ma in verità la stragrande maggioranza degli abusi era dovuta proprio ad allargamenti impropri dell’appartamento, spesso pericolosi, visto che delle volte crollavano. Per rilanciare l’economia, secondo Berlusconi basterebbe non solo condonare, ma addirittura incentivare questo abusivismo.

Per questo un gruppo di architetti, tra i più importanti d’Italia (ricordiamo tra gli altri Gae Aulenti, Massimiliano Fuksas e Vittorio Gregotti), ha lanciato un appello, subito accolto e diffuso dal quotidiano Repubblica, per bloccare questo scempio. In pratica ciò che si contesta al Governo, come anticipato nei giorni scorsi, sono le licenze facili, fino a poco tempo fa non permesse, e la cosiddetta “anarchia progettuale“, in quanto si possono non seguire le regole, in quanto basta una firma del progettista per dire che va tutto bene. Chi volesse aderire all’appello, può firmare da questo link.

Lo scandalo è che, per tutti gli edifici precedenti il 1989, sarà possibile demolire e costruire a proprio piacimento, in barba a tutte le norme di tutela ambientale, amentando fino al 20% della cubatura (l’ampiezza dell’edificio) per le case private e fino al 30% per gli edifici commerciali. Immaginate quindi se tutti i proprietari di case decidessero di ampliarle del 20%, come diventerebbe la vostra città. Senza considerare che, in questo ampliamento selvaggio e senza regole, si moltiplicherebbero i casi di disastro edilizio, con conseguenti vittime innocenti. Per ora hanno aderito solo Veneto e Sardegna, mentre molte altre Regioni si sono opposte. La speranza è che anche queste due ci ripensino e ripudino l’ennesima trovata pubblicitaria di un Governo a cui pare non interessare niente dei propri cittadini, ma solo di farsi bello a parole.

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