Piante carnivore, gallery

di Redazione Commenta

Le piante carnivore catturano ed imprigionano gli insetti attraverso cinque diversi tipi di trappole, che nel tempo si sono evolute in base al clima e all’habitat di coltivazione. Sono questi dei rimedi naturali contro zanzare, formiche e altri insetti nocivi all’agricoltura o invasivi per la casa. Nella gallery prenderemo in esame le più spettacolari piante insettivore al mondo, classificandole in base alle loro trappole: dalle piante carnivore con le foglie arrotolate ad ascido più semplici, fino alle piante carnivore dalle complesse trappole a scatto.
Nelle piante carnivore con trappola ad ascidio sono le foglie dalle forme a calice molto curiose, ad attrarre e catturare gli ignari insetti. Poiché questa specie di piante insettivore è originaria del Sud America, aree ad intensa precipitazione, l’ascido deve essere strutturato in modo tale che non si accumuli acqua al suo interno, dunque nella parte inferiore è aperto per permettere all’acqua in eccesso di fluire all’estero. L’immagine che vediamo è di una Sarracenia purpurea, originaria della California. Osservate le forme degli ascidi, a forma di tubo.
In questa piccola pianta carnivora australiana, la Cephalotus follicularis, gli ascidi sono molto pronunciati e sono rivestiti da sporgenze spinose che impediscono agli insetti di uscire dalla trappola. Eppure la secrezione di un nettare dolce dal colore brillante, come quello dei fiori, li attira negli ascidi. Nella Sarracenia flava invece il nettare presenta un alcaloide tossico presente anche nella cicuta che intossica la preda prima di ingerirla.
Nelle piante insettivore con trappole adesive è la secrezione di apposite ghiandole, presenti nelle foglie, che intrappola gli insetti, come nel genere Dosera che comprende oltre cento specie. Tra esse osserviamo la Drosera anglica, presente anche in Italia, alla caccia.
Dall’aspetto molto più innocuo è la Drosera peltata, non meno pericolosa della precedente, per gli insetti chiaramente.
Eccoci alle piante dalle trappole a scatto. Ne esistono principalmente due tipologie presenti nelle specie Dionaea muscipula, più nota come Venus acchiappamosche, e l’Aldrovanda vesciculosa.
L’Aldrovanda è una pianta acquatica che si nutre di piccoli invertebrati che cattura con i due lobi delle foglie, al cui interno peli innescanti sensibili al tatto, piegandosi aprono i canali nelle membrane delle cellule che rispondono pompando all’esterno ioni potassio che fanno chiudere a scatto le foglie, imprigionando la preda.
Le trappole ad aspirazione sono tipiche del genere Ultricularia: vescicole per lo più sotterranee a forma di sacco, dette utricoli, rilasciano all’esterno ioni che a loro volta determinano la fuoriuscita di acqua per osmosi, e la creazione di un vuoto parziale all’interno dell’utricolo che aspira l’acqua e la preda contemporaneamente. Vediamo nella foto l’Utricularia bisquamata, dai piccoli fiorellini gialli e viola.
Le trappole a nassa, infine, appartengono al genere delle Genlisea, note come piante cavaturaccioli per la loro foglia a forma di Y che permette alla preda di entrare, ma non di uscire. La trappola funziona per mezzo di peli diretti all’interno.

[Fonti: Wikipedia; AIPCnet]

[Foto: Wikimedia Commons]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.