I maggiori porti italiani diventano verdi

di Redazione 2

porto_civitavecchia

Seppur con ritardo rispetto al resto del mondo Occidentale, pare che la rivoluzione verde stia per cominciare anche in Italia. Dopo le sperimentazioni di successo nei porti di Los Angeles, Juneau e Seattle (Usa), Vancouver (Canada), Goteborg (Svezia), Lubecca (Germania), Zeebrugge (Belgio), e tre porti in Finlandia, anche l’Italia avrà i suoi porti verdi.

Il primo a vedere questa importante trasformazione sarà Civitavecchia, ma ad esso seguiranno anche Venezia e La Spezia, sperando che dopo di essi anche gli altri si adegueranno. Ma in cosa consiste questa conversione? Il sistema più rivoluzionario si chiama “cold ironing“, un meccanismo attraverso il quale le navi vengono alimentate da terra, permettendo lo spegnimento dei motori ausiliari di bordo. Non solo la nave, ma tutta la banchina sarà elettrificata, e questa elettricità non proverrà dalle centrali a carbone o a petrolio, ma tutta o in gran parte, sarà generata dalle rinnovabili, con solare ed eolico in testa.

Sulle banchine infatti sarà posta una centrale fotovoltaica, gestita da Enel, che servirà per il trasporto di terra dei bus elettrici e per l’illuminazione; appena fuori dall’area portuale invece verranno installate delle pale eoliche che forniranno il restante fabbisogno energetico per le navi e tutto il resto.

Bisogna considerare che questi porti accolgono sia navi da turismo che navi merci, e si può immaginare in un anno quanti mezzi fanno tappa in questi tre scali italiani. Basti pensare che solo lo scorso anno il porto di Venezia ha visto passare 1,9 milioni di turisti, per avere una vaga idea dei numeri di cui si sta parlando. I benefici, oltre al risparmio energetico, saranno per la maggior parte di natura ambientale.

Il cold ironing permette un abbattimento del 30% dell’anidride carbonica e del 95% degli ossidi di azoto, a cui si aggiunge l’azzeramento dell’inquinamento acustico. Questi i numeri ufficiali:

In dieci ore di sosta le emissioni si riducono da 72,20 a 50,16 tonnellate di anidride carbonica, da 1,47 a 0,04 tonnellate di ossido di azoto e da 1,23 a 0,04 tonnellate di ossido di zolfo.

A tutto questo si aggiunge anche la sostituzione delle lampadine ad incandescenza per il sistema di illuminazione con il LED, infinitamente più efficiente, ed il miglioramento del sistema energetico e di trasporto del porto. A Civitavecchia l’impianto è già quasi completato. La centrale fotovoltaica è pronta, e manca da ultimare solo quella eolica. Per Venezia e La Spezia c’è da aspettare ancora un po’, ma i progetti sono ormai in dirittura d’arrivo.

Fonte: [Repubblica]

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