Raccolta differenziata plastica

di Redazione 3

Raccolta differenziata plastica

La plastica

La plastica è un termine generico per indicare una vasta gamma di solidi organici sintetici o semi-sintetici utilizzati nella fabbricazione di prodotti industriali. Le materie plastiche sono generalmente polimeri ad alto peso molecolare, e possono contenere altre sostanze per migliorare le prestazioni e/o ridurre i costi di produzione. I monomeri di plastica sono composti organici naturali o sintetici.

La parola plastica deriva dal greco plastikos che significa “ciò che può essere sagomato o modellato”, vista la sua qualità altamente modellante che le permette di essere compressa, allungata e assumere una gran varietà di forme, come le pellicole, fibre, lastre, tubi, bottiglie, scatole, e molto altro. Si spiega così la sua estesa diffusione, nonostante sia un noto materiale inquinante.

Ci sono due tipi di materie plastiche: polimeri termoplastici e termoindurenti. I termoplastici sono le plastiche che non subiscono cambiamenti nella loro composizione chimica quando vengono riscaldate e possono essere stampate più volte come ad esempio il polietilene, polistirene, cloruro di polivinile e politetrafluoroetilene (PTFE); i termoindurenti possono invece sciogliersi e prendere forma un’altra volta. Quando si solidificano, rimangono con quella forma. Le materie prime necessarie per produrre la plastica sono essenzialme petrolio e gas naturale.

Esiste anche una bioplastica, cioè una plastica proveniente da materiali biologici come la cellulosa, amido o farina di legno, ma si tratta di una piccolissima percentuale della plastica oggi in commercio in quanto, a causa della sua lavorazione più complessa rispetto a quella tradizionale, e per i costi più elevati, ha avuto poche opportunità di diffusione.

Come differenziare la plastica

Prima di differenziare la plastica, bisogna distinguere tra le varie tipologie. Vi può capitare di avere a che fare con plastica biodegradabile. E’ un’eventualità rara, ma quando ciò capita, ve ne accorgereste perché questa qualità è scritta sulla superficie dell’oggetto. In questo caso dovrebbe essere specificato anche come biodegradare la plastica. Ad esempio alcuni tipi si possono biodegradare con l’esposizione al sole, altri all’acqua, ma dobbiamo considerare che la stragrande maggioranza della plastica non è biodegradabile (sparisce in centinaia o migliaia di anni), dunque va smaltita in modo corretto.

Bisogna distinguere tra i vari tipi di plastica che si possono classificare (in base agli “ingredienti” utilizzati) in questa maniera:

1. PET (o PETE), fogli di polietilene tereftalato (ad es. bottiglie, barattoli, pellicole ed imballaggi)
2. HDPE, polietilene ad alta densità (sacchetti del supermercato, alcune bottiglie di plastica)
3. PVC, cloruro di polivinile (tubi, infissi, tende da doccia)
4. LDPE, polietilene a bassa densità (arredamenti, rivestimenti, piastrelle)
5. PP, polipropilene (tappi di bottiglia, contenitori di yogurt, cannucce, elettrodomestici, fibre ed anche i paraurti delle auto)
6. PS, polistirolo (contenitori per alimenti, stoviglie, giocattoli e cd)
7. Altri tipi di materie plastiche.

Non tutti questi tipi possono essere conferiti nei bidoni della differenziata (cassonetto blu). Ad esempio la plastica contenuta in oggetti elaborati come ad esempio un telefono cellulare o i giocattoli non può essere riciclata in quanto il consumatore dovrebbe smontare il telefono in mille pezzi e conferire nel bidone solo quelli in plastica. Nemmeno alle aziende conviene sezionare questi oggetti in quanto occorrerebbe molto tempo e costi, e per questo si preferisce non riciclarla. Sono riciclabili invece gli oggetti fatti solo di un materiale plastico, come ad esempio le bottiglie.

E’ bene inserire nell’apposito cassonetto gli oggetti PET (per quanto riguarda le bottiglie, è bene ridurne il volume accartocciandole, facendo uscire l’aria, ed inserendo il tappo), flaconi di detersivi e saponi (dopo averli risciacquati), buste di plastica della spesa, pellicole, confezioni per alimenti e vaschette per yogurt o formaggi; mentre NON vanno inseriti piatti, posate e bicchieri di plastica, rifiuti ospedalieri, tubetti del dentifricio, articoli per l’edilizia, grucce appendiabiti ed in generale tutti quelli che non recano scritte PE, PET e PVC2. E’ bene fare attenzione a che i contenitori siano svuotati dei liquidi e residui alimentari che contenevano, meglio risciacquando il contenuto.

Per quanto riguarda le bottiglie, non è necessario staccare l’etichetta riportante la marca. Se un oggetto in plastica è molto voluminoso si richiede di contattare il servizio comunale di ritiro rifiuti ingombranti.

Per approfondire:

Raccolta differenziata
Impariamo a riciclare la plastica
CO2 per riciclare la plastica
La buona notizia: aumenta il riciclaggio della plastica
Riciclaggio plastica al 100%, un sogno che sta per diventare

[Fonti: asvspa; Libero; Provincia di Teramo: Wikipedia]

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