RAEE, diminuiscono i rifiuti elettronici, ma è colpa della crisi

di Redazione 1

rifiuti elettronici crisi economicaPer la prima volta il 2012 ha fatto registrare una riduzione dei RAEE, ovvero i rifiuti elettronici che vengono raccolti per essere riciclati nella maniera corretta. Il motivo però non è da ricercarsi in un minore sforzo visto che i centri di conferimento sono aumentati e l’impegno pure. Ma è la crisi economica che ha colpito anche questo settore a ridurre la quantità di rifiuti. Secondo i dati del centro coordinamento RAEE che si occupa della raccolta nazionale, i problemi economici hanno portato gli italiani ad acquistare meno prodotti tecnologici che in passato, e di conseguenza anche quelli vecchi sono stati gettati di meno.

Chissà, probabilmente anche il mercato dell’usato ha trovato uno sbocco maggiore. Fatto sta che a fronte di un incremento dei centri di raccolta (+9%) arrivati a 3.767 tra quelli comunali e luoghi di raggruppamento, non si è registrato l’incremento della raccolta che ci si aspettava. La controprova è che il calo dell’acquisto dei prodotti tecnologici quest’anno è stato del 12%, il che spiega la riduzione dell’8,5% nella raccolta del RAEE.

Da questo punto di vista comunque l’Italia rimane nella media europea. Per ogni persona infatti si calcola che vengano raccolti circa 4 chili di RAEE, per un totale vicino ai 238 milioni di kg raccolti nel 2012. Davvero un’enormità. A dominare il comparto del RAEE sono le tv e i monitor, tra gli apparecchi più pericolosi e difficili da smaltire, e quindi conferiti con maggiore frequenza dai consumatori; seguiti nell’ordine da frigoriferi e altri apparecchi refrigeranti, grandi elettrodomestici, piccoli elettrodomestici e sorgenti luminose. Una curiosità: mentre i primi quattro settori hanno registrato un calo, quest’ultimo è l’unico a registrare un incremento.

In questo quadro sociale si insinua, come al solito, anche l’illecito. Si tratta di alcune organizzazioni che acquisiscono in maniera illegale grossi quantitativi di RAEE per poi rivenderli, spesso in modo non sicuro e trattando i prodotti in maniera pericolosa per l’ambiente, approfittando dell’incremento del costo delle materie prime.

Intercettare i flussi illegali di RAEE, sia quelli frutto del ‘saccheggio’ informale che quelli avviati verso i veri e propri traffici illeciti, anche su scala internazionale deve essere una priorità di tutto il sistema di legalità organizzata dai Consorzi alle autorità di controllo, come l’Agenzia delle dogane, dalle forze dell’ordine alla magistratura, in un rapporto di fattiva collaborazione. L’Italia, impegnata in uno sforzo teso al pieno ed effettivo rispetto delle direttive comunitarie, non può permettersi di perdere risorse importanti, anche dal punto di vista economico, come quelle relative al riciclo de RAEE, che finiscono per alimentare i mercati illeciti. Già oggi, grazie al delitto fortemente voluto da Legambiente e che consente un efficace contrasto dei traffici illegali di rifiuti, sono stati ottenuti risultati importanti nell’attività di contrasto. Altrettanto deve avvenire nel resto d’Europa

ha commentato Enrico Fontana, Responsabile Nazionale Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente.

Photo Credits | Getty Images

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