I rifiuti degli americani potrebbero risolvere la fame nel mondo

di Redazione 1

poveri in discarica

Se pensiamo al consumismo, la prima cosa che ci viene in mente è lo stile di vita “all’americana”. Uno stile basato sullo spendere-spendere-spendere, e che comporta non solo ricchezza, ma purtroppo anche tanto spreco. E dunque il passaggio dal consumo al rifiuto è breve, tanto da far diventare gli Stati Uniti il Paese più sprecone al mondo.

Una recente ricerca effettuata da Kevin Hall del National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases di Bethesda, nel Maryland, pubblicata sulla rivista PLoS ONE, ha reso noto che, considerando soltanto gli scarti alimentari, dunque tralasciando la ricchezza che si potrebbe creare in termini economici, i rifiuti commestibili degli americani potrebbero sfamare buona parte della popolazione africana.

Il calcolo fatto da Hall è piuttosto semplice. Il fabbisogno giornaliero umano è di circa 2.000 calorie. Tutti i giorni ogni americano getta nella pattumiera circa 1.400 calorie in media, cioè quasi tre quarti del fabbisogno di un altro essere umano. Numeri enormi che diventano ancora maggiori se li si considera annualmente (150 milioni di miliardi di calorie sprecate), e che fanno una certa impressione se consideriamo che dal 1974 esse sono aumentate del 50%. Considerando dunque che ogni americano potrebbe teoricamente sfamare un africano, vien da sé che se gli americani sono 300 milioni, e la popolazione stimata dell’intero Continente africano è di 900 milioni, ciò significa che con l’immondizia americana si potrebbe sfamare un terzo della popolazione dell’Africa. Se però consideriamo che non sono di certo tutti i 900 milioni a soffrire la fame, si capisce come gli scarti americani potrebbero davvero risolvere il problema della fame in Africa.

Senza poi parlare dell’inquinamento. Più rifiuti significa anche più inquinamento. Secondo lo stesso Hall

Quando gettiamo via gli avanzi nella spazzatura, finiamo di fatto per sprecare l’acqua e il petrolio serviti per la produzione e il trasporto di quei cibi, oltre ad aumentare le emissioni di CO2 e metano per via della decomposizione degli alimenti.

Ma noi italiani non possiamo stare tanto tranquilli. Se gli americani sono il popolo sprecone per eccellenza, noi stiamo prendendo la stessa cattiva strada. Secondo quanto riporta l’associazione dei consumatori Adoc, ogni famiglia italiana getta nel cassonetto l’equivalente di 515 euro di cibo all’anno, con un’impennata considerevole nel periodo delle festività natalizie. Se è vero che i problemi che portano l’Africa e gli altri Paesi poveri alla fame sono molteplici, noi di certo siamo uno di questi.

Fonte: [Corriere della Sera]

Commenti (1)

  1. . . . Chissà in Europa. Ma se questa sospendente informazione scaturisce dall.osservazione di un un comportamento etico occidentale. Vale la pena contrapporre un ovvio pratico . Quei rifiuti in agricoltura dovrebbero essere riciclati sul campo o nella stalla producendo quel surplus di calorie necessarie all’ l’Africa . Se manca questo dato l’assurdo umano dello spreco viene sottoscritto. Invece la soluzione c’è. Ricicla. Cordiali saluti A

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