Rifiuti Malagrotta, Consiglio di Stato: “nessun allarme ambientale. Apertura prorogata fino a giugno”

di Redazione 1

Nonostante il dossier shock di Legambiente e le diverse segnalazioni di comitati cittadini, associazioni ambientaliste e singole persone, dei livelli di inquinamento raggiunti nelle aree limitrofe alla discarica di Malagrotta e alla presenza di infiltrazioni nelle falde acquifere, il prefetto Giuseppe Pecoraro ha deciso di prorogare fino al 30 giugno 2012 l’apertura della discarica della Capitale, chiusura prevista per il 31 dicembre 2011, e di fermare l’esproprio del sito di Quadro Alto, nel comune di Riano, preposto all’apertura di una nuova discarica e; come se non bastasse, di proprietà di Manlio Cerroni, il proprietario dell’area di Malagrotta.

Le iniziative promosse dalla giunta Alemanno non hanno trovato esito o non sono state efficaci, come sembrava, visto che una nuova discarica si dovrà aprire nella regione per accogliere le migliaia di tonnellate dei romani anche con gli accordi con il consorzio Conai per promuovere la raccolta differenziata. L’intervento del Tar del Lazio va ad annullare la riunione prevista per il 17 gennaio nell quale si sarebbe discusso di come intervenire nell’area di Malagrotta. La decisione, come si legge nella nota diramata dal Consiglio, è stata presa

perché [nel ricorso al Tar] ricorrono gli estremi per una misura cautelare connotata dalla estreme urgenza.

La presidente della Regione Lazio Renata Polverini chiede ai cittadini di aspettare

Vedremo la sentenza e ci regoleremo di conseguenza.

Dubbi sulla vicenda e sulla chiarezza delle fonti vengono posti dal presidente dei Verdi Nando Bonessio che ha dichiarato

In qualsiasi modo si concluderà questa vicenda, ad avvantaggiarsene sarà il monopolista Cerroni, sia che si proroghi Malagrotta, sia se si aprirà Riano.

Per il consigliere di Sinistra Ecologia e Libertà, Filiberto Zaratti

Lo stop dal Consiglio di Stato conferma che l’intera operazione della giunta sui rifiuti nel Lazio è inefficace e inadeguata. I nodi vengono al pettine, Malagrotta non chiuderà e lo studio preliminare sui siti mostra tutte le sue lacune.

Nell’uno o nell’altro caso saranno i cittadini di Malagrotta o di Riano a farne le spese.

[Fonte: La Repubblica]

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