Rifiuti di plastica, dal mare in tavola

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Rifiuti di plastica gettati in mare: dove vanno a finire? Non dobbiamo guardare oltre il nostro piatto per trovare una risposta. L’allarme, l’ennesimo sulle microparticelle di spazzatura che entrano nella catena alimentare, lo lancia il WWF, approfittando dell’inizio di questo caldo agosto, mese di vacanze in località balneari per molti, per sensibilizzare al problema. Pensate che del totale di rifiuti marini macroscopici la plastica rappresenta una fetta compresa tra il 70%  e l’80%. Imballaggi morti che creano, tra Francia, Spagna ed Italia, un immenso cimitero marino galleggiante di  500 mila tonnellate di plastica. Sulle coste i sacchetti sono il quarto rifiuto più diffuso, preceduto soltanto da  bottiglie di plastica, sigarette e  mozziconi.

Marco Costantini, responsabile Mare del WWF, spiega che non si tratta solo di deturpare l’immagine del nostro mare e delle nostre spiagge, in ballo ci sono rischi sanitari:

La plastica in mare, polverizzata, si trasforma in microparticelle che entrano nella catena alimentare.

 Le specie marine che mangiamo metabolizzano la plastica e dunque ci ritroviamo ad ingerirla indirettamente anche noi umani. WWF ha lanciato la campagna Sos plastica in collaborazione con il gruppo multimediale Yacht&Sail, un progetto che mira a creare una mappa interattiva dei rifiuti in mare aperto grazie alle segnalazioni dei diportisti. In questo modo saranno visibili con una certa immediatezza le aree più critiche e sarà possibile segnalare alle autorità ed alle istituzioni dove intervenire con più urgenza per ripulire il mare dalla plastica. La mappa interattiva è disponibile sul sito http://mediterraneo.wwf.it.

Oltre ad entrare nella catena alimentare, la plastica ricordiamo causa la morte di numerosi esemplari di specie della fauna ittica, in primis uccelli marini e tartarughe che restano soffocate nei sacchetti o li ingoiano per errore:

Sono circa 267 le specie nei cui stomaci si trovano pezzi di plastica, tra cui l’80% delle tartarughe marine rilevate nel Mediterraneo occidentale, mentre nel mar Adriatico una tartaruga Caretta caretta su 3 ospita nel proprio stomaco sacchetti della spesa, imballaggi, cordini, polistirolo espanso, filo per la pesca. Anche gli uccelli marini (il 44% di tutte le specie marine) e i mammiferi marini (43%) sono colpiti e nello stomaco dei 7 capodogli spiaggiati a Manfredonia nel dicembre 2009 è stato rinvenuto fino a 1 chilo di sacchetti di plastica.

[Fonte: Adnkronos]

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