Rifkin e le terza rivoluzione energetica: ne avevamo già parlato, ma ora lo fa Grillo…

di Redazione 5

Delle idee di Rifkin sul nucleare avevamo già parlato in un articolo di qualche settimana fa.
Ora, però, torniamo sull’argomento sulla scia del grande successo mediatico ottenuto dall’intervista di Grillo a Rifkin, e pubblicata sul suo ormai celeberrimo e seguitissimo blog.

Non possiamo che rallegrarci che il comico usi il suo successo per sensibilizzare l’opinione pubblica su temi così importanti, ahimè solo e soprattutto il pubblico della rete perchè in tivù viene costantemente censurato (credo nei tg nazionali sia vietato fare il suo nome, è una sorta di parola tabù, più o meno come dire Rifkin al ministro Scajola!).
Ma veniamo alla tanto discussa intervista.
Tema principale è ovviamente il problema dell’energia oggi, nell’era del picco del petrolio.
Secondo il famoso economista e scrittore americano, l’oro nero finirà molto prima di quanto si creda, probabilmente già nel 2010.


Il fatto, poi, che un terzo dei giacimenti si trovi localizzato in aree coinvolte in conflitti armati, risulterebbe determinante nel peggiorare ulteriormente la crisi energetica.
Il risultato prospettato da Rifkin è davvero apocalittico: sulle nostre tavole non ci sarà più da mangiare senza il petrolio.
E direi che di questo abbiamo già avuto un assaggio, qualche tempo fa, quando benzina nei distributori non ce n’era e i supermercati erano desolatamente vuoti, come i nostri frigoriferi d’altronde.

La soluzione a questa situazione è per lo studioso una Terza rivoluzione industriale, o meglio, energetica, fondata questa volta sulle rinnovabili.
Sole, vento, acqua, calore geotermico rappresentano una risposta concreta all’esaurimento del petrolio.
La risposta, quando queste risorse, per motivi legati ai cicli stagionali, non fossero disponibili è individuata nell’idrogeno, come pubblicato anche nel suo libro Economia all’idrogeno.

Per quanto riguarda i cambiamenti climatici, Rifkin apprezza gli sforzi di ridurre le emisssioni dell’Unione Europea, ma ammonisce, cosa fra l’altro che abbiamo ripetuto più di una volta, che se Cina e Stati uniti non faranno lo stesso, la temperatura aumenterà di 6°C in un secolo, con effetti devastanti.

Per quanto riguarda il nucleare, Rifkin sembra non avere dubbi che qualsiasi Paese che investa nell’atomo in questo momento farebbe una scelta sbagliata.
Gli impianti nucleari presenti nel mondo sono complessivamente 439.
Essi producono solo il 5% dell’energia totale.
Per arrivare a produrre il 20% dell’energia che ci serve dall’atomo, riducendo così l’impatto ambientale, dovremmo costruire 3 centrali atomiche ogni 30 giorni, per i prossimi 60 anni, per un totale di 2.000 impianti nucleari.
Per non parlare delle scorie! Dove le mettiamo?
Non c’è più disponibilità di acqua per raffreddare i reattori, come successe in Francia tre anni fa, a causa del problema della siccità.
Inoltre, il nucleare attrarrebbe attacchi terroristici, facilitando la scelta dei bersagli degli attentati.

La Terza rivoluzione industriale si farà democratizzando l’energia, investendo nel rinnovabile, in ciò che è a disposizione di tutti i cittadini, soprattutto in Italia: sole, acqua, terra, vento sono l’unica strada per raggiungere l’Intergrid, l’accumulo di energia attraverso l’idrogeno, poi ridistribuito secondo lo stesso meccanismo della comunicazione distribuita in Internet.
Questa sarebbe la terza rivoluzione industriale e l’Italia, a detta di Rifkin, ha già tutti i mezzi per realizzarla, più di chiunque altro. Cosa stiamo aspettando?

Commenti (5)

  1. Fin troppo ottimista

  2. Il problema è che in Italia non ci guadagnerebbe nessuno con le rinnovabili!!! Rimarremo inditero come al solito, o almeno finchè quei Matusa dei politici non moriranno e ci sarà un cambio di politica generazionale.

  3. Eh Gia’…

    …Non Sentite Anche Voi Uno Strano Odore Nell’Aria?

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