Energia pulita: la Toscana accelera sulle rinnovabili

di Redazione 3

La Regione Toscana vuole passare dall’attuale 28% di energia elettrica da fonti rinnovabili, al 50% al fine di colmare il divario di produzione rispetto a quella generata con le fonti energetiche tradizionali, ovverosia con i combustibili fossili. Questo è quanto ha dichiarato, tra l’altro, Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana, intervenendo a “Toscana e Usa: collaborazione per un futuro più pulito“, un seminario che è stato organizzato dall’MSE, il Ministero dello Sviluppo Economico, dalla Regione Toscana e, tra gli altri, anche dall’Istituto nazionale per il Commercio Estero.

In questo modo, andando a raddoppiare la quota di energia elettrica prodotta con le rinnovabili, secondo il Presidente Rossi si diventa sul territorio più autonomi dal punto di vista dell’approvvigionamento energetico, si abbatte l’inquinamento, si porta avanti lo sviluppo energetico, che rappresenta un settore strategico, e si potrà tecnicamente andare a rinunciare al nucleare.

A fronte di tale obiettivo, il Governatore della Toscana ha colto l’occasione per far presente come la Regione farà la propria parte andando ad utilizzare una quota di 53 milioni di euro di fondi comunitari per l’energia per finanziare una quota dei 1200 progetti di impianti di produzione di energia pulita; il tutto a fronte di investimenti che si potranno attivare per un controvalore complessivo pari a ben 250 milioni di euro.

Le dichiarazioni del Presidente Rossi sono giunte nel corso di un seminario sul tema della collaborazione tra Stati Uniti e Italia affinché entrambi i Paesi possano trovare sia occasioni di collaborazione, sia occasioni di lavoro in un settore chiave come quello delle energie rinnovabili. Il Governatore ha inoltre affermato come sul territorio toscano si punti, con la controllata verde di Enel, Enel Green Power, e con le altre imprese del comparto, a creare un distretto energetico regionale nel campo della geotermia in modo tale che, in settori come quello florovivaistico e agro-alimentare, possano essere attivati dei veri e propri poli industriali/artigianali capaci di andare ad utilizzare il calore geotermico.

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