10 miliardi di dollari, un buon inizio per aiutare il Terzo mondo nella lotta al riscaldamento globale

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Molti dei Paesi più poveri del mondo sono quelli che sentono maggiormente gli effetti del cambiamento climatico. Tre mesi fa questi Governi hanno chiesto alle nazioni più ricche di promettere maggiori impegni finanziari per aiutarli ad adattarsi al riscaldamento globale. Considerando le circostanze storiche che si allineano in questa situazione, direttamente legate alla industrializzazione, non è un’iniziativa sbagliata. A questo punto l’alto funzionario al clima delle Nazioni Unite, Yvo de Boer, ha quantificato la somma che i Paesi ricchi dovranno stanziare. De Boer, secondo la BBC, ha definito che 10 miliardi di dollari (circa 7 miliardi di euro) sono un “buon inizio”. Così ha dichiarato alla televisione britannica:

Questo denaro,  permetterà ai Paesi in via di sviluppo di iniziare la preparazione dei piani nazionali per limitare le proprie emissioni, e per adattarsi ai cambiamenti climatici.

Considerato che la Cina, l’India e il Sud Africa hanno bisogno di circa 200 miliardi di dollari l’anno per la lotta contro i cambiamenti climatici, e che questa sarebbe solo una piccola percentuale del PIL dei Paesi ricchi del mondo, la più bassa cifra di 10 miliardi di dollari, è dunque solo un inizio.

Adesso il lavoro dei Paesi ricchi dovrà spostarsi verso le proprie emissioni, e non soffermarsi sempre su quelle degli altri. La materia degli obiettivi di riduzione delle emissioni è un altro settore in cui vi è un crescente divario tra ciò che le nazioni in via di sviluppo (e gli scienziati) dicono, e ciò che è necessario per le nazioni ricche, ciò che politicamente sembrano disposti a fare. L’onorevole De Boer ha affermato che la riduzione delle emissioni deve poter variare entro la gamma del 25 -40% entro il 2020, ed è su questo che tutte le nazioni devono lavorare.

Forse, guardando le richieste dei 175 Paesi che sono fuori dall’elenco di quelli ricchi, questo obiettivo è anche morbido, visto che la richiesta iniziale era tassativamente il 40% rispetto al 1990 entro il 2020, ma questi numeri tanto ampi dovrebbero inquadrare bene il problema. Non si può più stare ad aspettare, ma cominciare ad agire tutti in maniera congiunta, altrimenti tra altri 10 anni ci saranno altre richieste di denaro da parte dei Paesi sfortunati, ed il mondo non uscirà più da questa impasse.

Fonte: [Treehugger]

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